mercoledì 5 agosto 2009

non pianti mai bandiera


El instante de las despedidas siempre frìo, siempre inferior a lo que uno espera, encontràndose en ese momento incapaz de exteriorizar un sentimiento profundo.
(Ernesto Guevara)
Il momento degli addii sempre freddo, sempre inferiore a quello che uno si aspetta e spera, scoprendosi incapace in questo momento di esteriorizzare un sentimento realmente profondo.

Le partenze sono sempre partenze. Che siano andate o ritorni.
E tanto più ora, in cui andata e ritorno perdono significato, non sapendo bene dove si trovi il luogo chiamato casa.
Ci sono viaggi, spostamenti più che mete. E quando il viaggio non è più l’introduzione ma il tema … beh, la musica cambia. È come un lungo, lunghissimo respiro. Come premere improvvisamente pausa sul video del mondo. Fermarlo per un attimo. Prendere il proprio zaino, mettere dentro lo stretto indispensabile (lo stretto indispensabile. È ironico ma quello di cui realmente si ha bisogno è sempre meno, è sempre + essenziale, sempre meno materiale), metterlo dentro e aspettare il momento di caricarlo in spalla, a stretto contatto con noi stessi.
L’importanza di quello che si lascia non sta in quello che ci portiamo addosso o intorno. Non sta nei conti delle chiamate non fatte o delle cartoline non spedite né comprate. Tutto ciò che ha un qualche posto nella nostra vita è proprio quello che ci spinge ad esplorarne gli angoli abbandonati, a superare limiti che nessuno ci ha posto. Che ci spinge a stare a contatto con noi stessi e con l’imprevedibile naturalità di un mondo sconosciuto e volutamente straniero.
È l’affetto negli occhi di chi lasciamo che ci porta a cercarci nei suoni di altre lingue e nei profumi di altre cucine.
Tutto il resto è contorno. Ornamento inutile di un teatro antico.

martedì 4 agosto 2009

ambizione giovanile


Poichè tutti gli uomini di tragica grandezza diventano tali attraverso qualcosa di morboso. Sta' sicura di questo, oh ambizione giovanile: ogni grandezza mortale non è che malattia.
Herman Melville