martedì 24 novembre 2015

Sotto una piccola stella




Chiedo scusa al caso se lo chiamo necessità.
chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio.
non si arrabbi la felicità se la prendo per mia.
mi perdonino i morti se ardono appena nella mia memoria.
chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante.
chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo.
perdonatemi, guerre lontane, se porto fiori a casa.
perdonatemi, ferite aperte, se mi pungo un dito.
chiedo scusa a chi grida dagli abissi per il disco col minuetto.
chiedo scusa alla gente nelle stazioni se dormo alle cinque del mattino.
perdonami, speranza braccata, se a volte rido.
perdonatemi deserti, se non corro con un cucchiaio d’acqua.
e tu, falcone, da anni lo stesso, nella stessa gabbia,
immobile, con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,
assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato.
chiedo scusa all'albero abbattuto per le quattro gambe del tavolo.
chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte.
verità, non prestarmi troppa attenzione.
serietà, sii magnanima con me.
sopporta, mistero dell’esistenza, se tiro via fili dal tuo strascico.
non accusarmi, anima, se ti possiedo di rado.
chiedo scusa al tutto se non posso essere ovunque.
chiedo scusa a tutti se non posso essere ognuno e ognuna.
so che finché vivo niente mi giustifica,
perché io stessa mi sono d’ostacolo.
non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche,
e poi fatico per farle sembrare leggere.

Wislawa Szymborska

sabato 21 novembre 2015

la legge




Se avete la legge dalla vostra parte, parlate a voce bassa, lentamente, siate educatissimi: poichè la legge è dalla vostra parte, non dovete preoccuparvi. Ma se non avete la legge dalla vostra parte, picchiate i pugni sul tavolo, urlate e usate un tono molto risoluto. Usate parole che creino un'atmosfera di certezza, di assolutezza, visto che la legge non vi sostiene: dovete creare un'atmosfera che faccia pensare a tutti che avete la legge dalla vostra parte.

Hari Singh Gaur

venerdì 20 novembre 2015

occidente




Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell’Occidente é che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere né il presente, né il futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto.

Dalai Lama

mercoledì 18 novembre 2015

timidezza



La timidezza è una scelta storica, una reazione alla società violenta in cui siamo costretti a vivere. Non è un difetto bensì una virtù, un dono dello spirito che ha a che fare con la dolcezza interiore. Per l’architetto, spesso affetto dall'arroganza e dalla prepotenza di voler lasciare il segno indelebile del proprio io, è molto difficile essere timido.
[...] Così agire timidamente vuole dire lasciare essere l’altro quello che è. Vuole dire trattare con dolcezza anche i ribelli, e ciò non comporta impotenza ma apertura verso l’altro. Così la timidezza è feconda. Questo non vuole dire non fare niente ma fare in modo più intelligente e cauto. L’essenza è la semplicità, allora si potrà fare ogni cosa facilmente e gioiosamente.
Conclusione: beati i timidi che sono capaci di abitare il mondo con delicatezza.

Marco Ermentini

martedì 17 novembre 2015

riso


Sai, agli uomini l’ironia piace perchè è tutt’uno con il sentimento del potere, del distacco, della superiorità, cioè con le cose insite in loro.
Il riso femminile e il riso maschile sono completamente diversi. Io credo che il riso delle donne tu non lo capisca affatto: perchè è tutt’uno con la liberazione, con il lasciarsi andare. Perfino il suono è diverso, non è quel ringhio che senti quando gli uomini si mettono a ridere tutti insieme.

Jonathan Coe