mercoledì 30 dicembre 2009

delfini della vita


Assomigliano sempre più a spedizioni nel mondo del fantastico. Grandi tirate di vita affannata, racimolata negli angoli, raccolta e messa insieme, stirata. E poi immersioni, partenze galattiche per nuove avventure. Siamo delfini affannati, che dopo mesi di fatiche e stenti riemergono a respirare nell’aria straniera di un altro Paese.

Si parte, si parte sempre. Si parte anche quando si resta. Si inventano viaggi di poche ore, escursioni nell’imprevisto, rifugi nella fantasia che ci danno respiro per qualche minuto.

È così. Non sappiamo vivere senza. E il brivido di una valigia non ancora chiusa è quello che rende il sorriso ai nostri sonni.

martedì 29 dicembre 2009

percolo

Gli occhiali sempre più sommersi dalla pioggerella fine sono un vestito psichedelico che cancella la strada e la trasforma nel festival delle palle stroboscopiche. Attraverso gli strass dei riflessi sfilano ballerine le sagome delle auto. Uno sbuffo di vapore evade da un tombino, come se una piccola New York si fosse nascosta nelle viscere di Bologna, pronta a salpare nelle luci della notte.

In fondo sono proprio questi momenti di assurda vagabondìa notturna a riportarmi in contatto con le cose. Dopo ore spese a perdere diottrie inseguendo i bit sullo schermo, il battito cardiaco finalmente rallenta, torna a sincronizzarsi con il respiro. La pioggia ed il freddo riacuiscono i sensi, fanno penetrare le sensazioni sotto la scorza dura della pelle e degli occhi, impiccano la realtà su di me.

Sono uno scolapasta. Sono uno scolapasta. Le cose mi passano attraverso e non riesco ad afferrarle. Percolano su di me, stagno e lucente. Poi me ne accorgo. Tappo qualche foro, con della pasta, qualche tortiglione. Ma percolo, pericolosamente percolo.

domenica 13 dicembre 2009

colli


Nella notte incipiente un camino, antico e scuro, diluisce nero fumo nel cielo incolore. Intorno i colli sono avvolti in una sciarpa di freddo e nubi. Nel buio una luce presidia una vecchia porta, veglia su tutto ciò che di sconosciuto si nasconde nell’ombra.

Respiro forte mentre scendo dall’eremo e mi inabisso nella costellazione di luci artificiali del centro.

martedì 8 dicembre 2009

la soglia


Perché poi il problema è sempre lo stesso. Capire dove sta il confine. Riuscire a scorgerlo e sapere da quale parte della linea siamo finiti. Certo, la soglia non è così netta e definita, non ci sono porte decorate che separano la luce dall’ombra. Ma non significa che il confine non esista.

È una piccola soddisfazione scegliere il male minore. Quando in ballo ci siamo noi e il nostro futuro una scelta in base al “male minore” non può che lasciarci contenti a metà. Una metà di noi si mette l’animo in pace e si tranquillizza, assumendo le condizioni avverse come necessarie e, crogiolandosi nell’idea che ciò che non può essere cambiato vada accettato, ritrova il suo sonno. L’altra metà invece continua a vedere il compromesso come tale, e continua a dibattersi per tentare di uscirne. La domanda è: chi sta nel giusto? chi vince in questo gioco della vita? Chi lotta costantemente per qualcosa in più o chi riesce a godere di quel che ottiene?

Onestamente penso che l’unica risposta sia guardarci in faccia. Chi, aprendo la carta d’identità della propria anima, può mostrare la foto sorridente ha vinto.

Forse, in fondo, il confine tra illusione e sogno sta proprio lì. Nel credere ancora di poterli raggiungere.

sabato 5 dicembre 2009

emmaus - A. Baricco


Una tendina canadese, pochi viveri, neanche un libro, o musica. Fare a meno di tutto è una cosa che aiuta – niente come l’indigenza può portarti vicino alla verità.

Essa affiora in noi nella forma di una battaglia – siamo contro, siamo differenti, siamo dei pazzi. Ci fa schifo ciò che piace agli altri, ed è per noi prezioso quanto gli altri disprezzano. Inutile dire che ciò ci galvanizza.

Quindi mi è chiaro che non morirò mai – se non in gesti passeggeri e in momenti dimenticabili.