giovedì 2 aprile 2009

la voce delle cose


Guardava la porta e sorrideva.
Pensava che tutto si fosse coalizzato contro di lui. O con lui.
Steso lì, sulla poltrona, a fissare lo sguardo senza interesse sulle immagini che scorrevano sullo schermo, ad attendere che i minuti passassero sul suo corpo. Si crogiolava in quelle ore notturne come una conquista, come se fossero solo sue. Sue e di nessun altro.
Poi gli capitò di lanciare uno sguardo distratto verso la porta e fu lì che la vide, la paradossale pantomima della sua vita. Proprio lì, appostata sull’uscio, ad attenderlo.
Fedele come un vecchio cane, la vita lo aspettava sulla porta. Era ora di portare a spasso le scarpe.

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