lunedì 27 gennaio 2014

chalet




Lasciata Città di Castello ci dirigiamo verso sud ed una ventina di minuti dopo attraversiamo Trestina. Compriamo pollo arrosto, patate e vino all'unica rosticceria aperta e ci dirigiamo verso ovest, verso l'interno. L'abitato scompare frastagliandosi in nebulose di piccoli borghi; la strada sale, attraversa la piccola Lugnano e continua ad inerpicarsi. Dove la curva stringe a gomito riportandoci fronte alla valle, lì si trova parcheggiata una cinquecento gialla.
Steve è un inglese sulla cinquantina che ci accoglie calorosamente e si informa subito del tuo accento dall'aroma londinese nel quale ritrova il suo passato. Poi si carica gli zaini in macchina e ci dà istruzioni per arrivare a destinazione.
Il sentiero scende verso valle tra campi di ulivi e boscaglia incolta, zigzagando su lastre di pietra, finchè dopo un quarto d'ora gli alberi si diradano e lo vediamo.

Negli anni Novanta Steve si era stancato del nord. Non sopportava più di stare con quei buzzurri di Leeds che non aveva mai realmente sfangato e comprò due case antiche e decrepite, una a fianco all'altra, nel cuore dell'Italia. Case di contadini, fatte di pietre sbozzate, con i tetti sfondati dal tempo. Assoldò una squadra di operai polacchi e cominciò a sistemare la prima delle due. Non avendo altro posto dove dormire, i muratori si costruirono una casetta di legno a poca distanza dalla casa principale. Una stanza con la cucina e la stufa a legna, due camere e un bagno.


Vent'anni dopo Steve ci accoglie nel suo chalet in legno. Vive in una magnifica casa a tre piani affacciata sulla Toscana, circondata dal bosco, insieme ai suoi sette gatti. Conosce i sentieri ed i cacciatori che li percorrono in cerca di selvaggina. Conosce i cani della casa più vicina, quattro chilometri più avanti, dove è meglio non fermare la macchina. Conosce il tempo che farà. Ci rifornisce di legna e ci garantisce che, per questa settimana, non dovrebbe nevicare.

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