La strada si
fa sterrato e comincia a scendere. I solchi lasciati dalle ruote si fanno
profondi, grosse pietre affiorano mentre lasciamo la campagna per il bosco. Aggiriamo
uno sperone di roccia e ci ritroviamo in uno spiazzo sterrato circondato da una
staccionata. Oltre, la terra precipita verso una valle avvolta nel buio, sotto
un cielo cristallino di stelle.
L'Antico Molino, a qualche chilometro dal piccolo paese di Lubriano, è un basso
edificio in tufo costruito a ridosso della roccia. La cucina ampia come quella
degli edifici di campagna, gli utensili appesi alla trave in legno che sovrasta
i fuochi. Sull'immenso tavolo quadrato sono disposti cesti di vimini, torte,
pane, oggetti di altri tempi. La nostra stanza è scavata nel tufo della
collina, la finestra a guardare la valle.
- Quindi lei
è di Roma centro.
- Centro
centro. Sto dietro piazza Navona.
- E come mai
è finito a vivere in questo paese? - dico pensando alla strada bianca che ci
separa dalla provinciale per Lubriano, un centinaio di chilometri lontano dalla
capitale.
- Eh - dice
l'anziano gestore allungandosi sulla sedia e guardando fuori dalla finestra. - Il
destino ce porta dove vuole.
Spazzolo le
ultime verdure grigliate mentre ci racconta di come lavorasse come tipografo per
il ministero. Una gran bella vita, tanto lavoro, giravano i soldi. Poi, negli
anni Novanta, l'inchiesta di Tangentopoli si portò via i politici e loro
dovettero chiudere. Così si trasferirono da queste parti.
- Gnente,
nun se poteva costruire gnente qui! Tutto abusivo avemo dovuto fà!
Il ristorante
Jovez, nella notte, sembra una bella casa di campagna. Arcate di tufo, portici
chiusi da vetrate, un grande camino, mobili antichi e qualche arredo retrò. Gli
altri clienti se ne sono andati piano piano ed i figli del gestore, i
camerieri, hanno cominciato a mettere della musica latina ad alto volume ed a
ballare trai tavoli.
- Venite a
ballare coi giovani! Smettete di parlare cor vecchio! - ci gridano scherzosi.
Il padre non
li ascolta neppure e continua i suoi pensieri.
Gli chiedo
allora com'è la situazione con il Tevere in questi giorni.
- Tutto a
posto. C'è stato qualche problema, ma prima de Roma. Secondo voi perchè l'hanno
scelta i preti? Sò furbi quelli! A Roma nun sucede gnente. Terremoti, alluvioni,
... mica ce stanno a Roma! Sò furbi i preti!
E prima di andarcene,
tra i mobili e le lampade che ha restaurato, mi cade l'occhio sul santino del giovane beato Marvelli appoggiato di fianco alla cassa.