Monica è
nata in Bolivia trent'anni fa. Lei ed i suoi fratelli minori sono cresciuti
nella povertà per diversi anni. Ricorda ancora di quando la mandavano al fiume
a lavare i panni per il resto della famiglia nonostante fosse ancora una
bambina e di come venisse rimproverata quando tornava tutta bagnata perchè si era
messa a giocare nell'acqua. Ci racconta della fame che pativano, e del serpente
che mangiarono bollito perchè non avevano altro. In fondo, sa quasi di pollo. Quando
è arrivata la rivoluzione e scuole ed università hanno cominciato a chiudere,
la sua famiglia ha deciso che era meglio cambiare aria e trasferirsi a Buenos
Aires. Vivevano in sobborghi pieni di immigrati emarginati e violenti, dove era
impossibile muoversi da soli perfino in pieno giorno. Allora decise di
abbandonare la famiglia e gli studi per cercare fortuna in Europa.
A Bologna da
dieci anni, Monica fa la badante. Racconta che i suoi amici hanno finito gli
studi e che la sua famiglia ha ora una piccola ditta di tessuti. Confessa, con
quella voce bassa e rassegnata, che ormai per lei ha poco senso restare nel
nostro Paese, che non le conviene più.
Monica parla
poco e ascolta molto. Ha gli occhi spenti e l'aria di chi, ormai, è già
partito.
Nessun commento:
Posta un commento