Prendere la macchina, incontrarsi, e volare verso il mare. Sbagliar strada, perdersi nel fuso di terra tra la zona industriale, il canale e la ferrovia. Prendere il traghetto per 10 metri e riderne. Finire in spiaggia, dove centinaia di giovani ballano la loro contentezza stagionale. Tornare a casa e pranzare a mezzanotte con una pizza surgelata. Svegliarsi ed accudire i propri figli come un pensionato. Inforcare la bici e perdersi trai colli. Scoprirsi a pensare che ogni città, vista sufficientemente da lontano, è bella ed affascinante. Come succede quando vedi la terra dall’aereo. Come succede quando vedi la costa dal mare. Come succede quando pensi a te stesso anni fa. Mettere le cassettine della scuola nello stereo ed ascoltare gli Smashing. Affacciarsi e vedere uno squarcio di cielo stellato, mentre le facciate degli edifici intorno sono pallidi di luna. Pensare all’orto come una porzione di mondo pura e salva, un’isola franca.
lunedì 30 maggio 2011
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1 commento:
...ma tutto ciò mi porta lontano
lontano come il rumore di un aereo
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