lunedì 21 dicembre 2015
lunedì 7 dicembre 2015
martedì 24 novembre 2015
Sotto una piccola stella
Chiedo scusa al caso se lo chiamo necessità.
chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio.
non si arrabbi la felicità se la prendo per mia.
mi perdonino i morti se ardono appena nella mia memoria.
chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante.
chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo.
perdonatemi, guerre lontane, se porto fiori a casa.
perdonatemi, ferite aperte, se mi pungo un dito.
chiedo scusa a chi grida dagli abissi per il disco col minuetto.
chiedo scusa alla gente nelle stazioni se dormo alle cinque del mattino.
perdonami, speranza braccata, se a volte rido.
perdonatemi deserti, se non corro con un cucchiaio d’acqua.
e tu, falcone, da anni lo stesso, nella stessa gabbia,
immobile, con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,
assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato.
chiedo scusa all'albero abbattuto per le quattro gambe del tavolo.
chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte.
verità, non prestarmi troppa attenzione.
serietà, sii magnanima con me.
sopporta, mistero dell’esistenza, se tiro via fili dal tuo strascico.
non accusarmi, anima, se ti possiedo di rado.
chiedo scusa al tutto se non posso essere ovunque.
chiedo scusa a tutti se non posso essere ognuno e ognuna.
so che finché vivo niente mi giustifica,
perché io stessa mi sono d’ostacolo.
non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche,
e poi fatico per farle sembrare leggere.
chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio.
non si arrabbi la felicità se la prendo per mia.
mi perdonino i morti se ardono appena nella mia memoria.
chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante.
chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo.
perdonatemi, guerre lontane, se porto fiori a casa.
perdonatemi, ferite aperte, se mi pungo un dito.
chiedo scusa a chi grida dagli abissi per il disco col minuetto.
chiedo scusa alla gente nelle stazioni se dormo alle cinque del mattino.
perdonami, speranza braccata, se a volte rido.
perdonatemi deserti, se non corro con un cucchiaio d’acqua.
e tu, falcone, da anni lo stesso, nella stessa gabbia,
immobile, con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,
assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato.
chiedo scusa all'albero abbattuto per le quattro gambe del tavolo.
chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte.
verità, non prestarmi troppa attenzione.
serietà, sii magnanima con me.
sopporta, mistero dell’esistenza, se tiro via fili dal tuo strascico.
non accusarmi, anima, se ti possiedo di rado.
chiedo scusa al tutto se non posso essere ovunque.
chiedo scusa a tutti se non posso essere ognuno e ognuna.
so che finché vivo niente mi giustifica,
perché io stessa mi sono d’ostacolo.
non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche,
e poi fatico per farle sembrare leggere.
Wislawa Szymborska
sabato 21 novembre 2015
la legge
Se avete la legge dalla vostra parte, parlate a voce bassa,
lentamente, siate educatissimi: poichè la legge è dalla vostra parte, non
dovete preoccuparvi. Ma se non avete la legge dalla vostra parte, picchiate i
pugni sul tavolo, urlate e usate un tono molto risoluto. Usate parole che
creino un'atmosfera di certezza, di assolutezza, visto che la legge non vi
sostiene: dovete creare un'atmosfera che faccia pensare a tutti che avete la
legge dalla vostra parte.
Hari Singh Gaur
Hari Singh Gaur
venerdì 20 novembre 2015
occidente
Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell’Occidente
é che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare
la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in
tale maniera che non riescono a vivere né il presente, né il futuro. Vivono
come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto.
Dalai Lama
mercoledì 18 novembre 2015
timidezza
La timidezza è una scelta storica, una reazione alla società
violenta in cui siamo costretti a vivere. Non è un difetto bensì una virtù, un
dono dello spirito che ha a che fare con la dolcezza interiore. Per
l’architetto, spesso affetto dall'arroganza e dalla prepotenza di voler
lasciare il segno indelebile del proprio io, è molto difficile essere timido.
[...] Così agire timidamente vuole dire lasciare essere
l’altro quello che è. Vuole dire trattare con dolcezza anche i ribelli, e ciò
non comporta impotenza ma apertura verso l’altro. Così la timidezza è feconda.
Questo non vuole dire non fare niente ma fare in modo più intelligente e cauto.
L’essenza è la semplicità, allora si potrà fare ogni cosa facilmente
e gioiosamente.
Conclusione: beati i timidi che sono capaci di abitare il
mondo con delicatezza.
Marco Ermentini
martedì 17 novembre 2015
riso
Sai, agli uomini l’ironia piace perchè è tutt’uno con il sentimento del potere, del distacco, della superiorità, cioè con le cose insite in loro.
Il riso femminile e il riso maschile sono completamente
diversi. Io credo che il riso delle donne tu non lo capisca affatto: perchè è
tutt’uno con la liberazione, con il lasciarsi andare. Perfino il suono è
diverso, non è quel ringhio che senti quando gli uomini si mettono a ridere
tutti insieme.
Jonathan Coe
mercoledì 27 maggio 2015
kheer ganga - day 3
Nella solitudine dell'alba
La leggerezza dell'aria primitiva tra le dita
La maestosa corona delle montagne nei miei occhi
Un fiume che è Dio a scavare la valle
A precipizio
Sotto di me
Mentre il cielo si fa luce
La foresta coi suoi animali a insidiarmi le spalle
I fumi delle acque termali a emergere dal buio
Colline impreviste si adagiano tra picchi e crepacci
Cercando calore nella bellezza selvaggia
Mi ritrovo circondato da un branco di cani
A fissare insieme la speranza del giorno che verrà
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