ho finito l'inchiostro nel cervello scrive:
C'era una volta Parmino, e i miei piccoli lettori diranno "chi era Parmino?".
Cari piccoli lettori Parmino era un ragazzo tanto simpatico, bello e intelligente!
Attenti però! Non un ragazzo, simpatico, bello e intelligente qualunque! Lui era speciale!
Aveva un dono. Aveva un caratteristica unica.
Era dotato di una capacità che chiunque gli avrebbe invidiato!
era capace, attenti bene, di produrre fino a tre chili di caccole in meno di 15 minuti
e se voleva
le poteva espellere modellandole della forma che più gli garbava
Questo era il suo dono. La sua virtù e il suo lavoro.
Già! Da ogni parte del paese venivano ad ammirare le sue stupende sculture di caccole!
Migliaia di persone affascinate, ogni giorno, tutto l'anno si fermavano davanti alla sua bottega
Quando passavi davanti al suo negozio era tutto un "Ohhh" e un "Ahhhh" e un "Ehhhhh" di gente impalata a guardare
Spesso lui lavorava all'aperto, davanti alla portaccia di legno spalancata della sua bottega.
Si siedeva su un piccolo sgabello di legno tutto tarlato prorpio verso le 9.00 di mattina
cominciava canticchiando un mottivetto e, come un rituale, da sempre ripeteva la lenta eterna sequenza di gesti.
Prima di tutto si alzava le maniche della sua camicia da lavoro.
metteva davanti a se un piano di legno grande abbastanza da contenere la sua opera
si accendeva e fumava con calma una sigaretta
beveva un sorso di caffe
e la magia aveva inizio...
per ore tarava su col naso e poi faceva rigirare in gola il contenuto, su e giu, su e giu da sera a mattina, con instancabile dovizia e poi: BAAm!
Un colpo di tosse: Ecciu'
un gran starnuto
ed ecco! dal nulla finiva per terra un mano
perfetta
sembrava modellata da Dio
ecciù!
un braccio liscio e duro
ecciù!
Già le spalle e la testa
perfettamente proporzianata la figura prendeva forma
tra gli "Ahhhh" e gli "Ohhhh" della gente tutta appesa li intorno a bocca aperta come pesci
in men che no si dica ecco una statua
ecco una fioriera
ecco un cavallo con tuti i finimenti
La viata di Parmino procedeva così da anni ormai
incantando la gente sfornando meravigliose opere di caccole
Parmino viveva solo
poi incontra una fanciulla bellissima e si innamora
dicevo: "Parmino viveva solo..
la sera dopo avere chiuso la bottega si metteva ai fornelli
raccattava il misero tozzo di pane e il pezzo di formaggio ammuffitoche da tempo erano il suo unico cibo
cucinava un orribile imitazione di crostoni al formaggio
poi con calma si metteva a mangiare seduto alla sua tavola di legno circondato dalle sue mute opere che fissavano pietosamente la sua solitudine
molto spesso alzava lo sguardo verso i suoi unici compagni di vita che di vivo avevano ben poco
li guardava con aria di velata tristezza
con uno sfocato sorriso pensava agli anni trascorsi, alla sua vita e al suo lavoro.
e si sentiva implacabilmente solo
mentre la luna saliva in cielo e le stelle facevan posto intorno nel cielo le sue giornate si chiudevano così da 27 anni
Ma Parmino aveva anche un sogno segreto e mai confessato
Tutti lo conoscevano nel piccolo paese
a volte lasciava indietro il suo lavoro e tranquillamente si mettava a passeggiare per le strade
chi lo incontrava lo salutava con cortesia "Buon giorno Sior' Parmino"
"Buon giorno Mastro Parmino"
a tutti lui rispondeva con un caldo ma indifferente sorriso
camminava tranquillo con le mani dietro la schiena guardando ora una porta ora una fontana fino alla piazza grande laggiù poco dopo qualche via a sinistra
li si sedeva
aspettava
anche tutto il giorno
se necessario
tanto lo sapeva che primo o poi
l'avrebbe vista
il suo sogno
pensava di essere fortunato, "non tutte le persone hanno la fortuna di avere un sogno che se ne va in giro in carne e ossa" pensava
Lei prima o poi arrivava
Teneva sempre un libro in mano
aveva sempre un vestito semplice
guardava il cielo
la terra
passeggiava in quella stessa piazza
e si sedeva
tranquillamente
su una panchia
a leggere
raramente alzava gli occhi dal suo libro
Parmino non dava segno di guardarla
salutava i passanti
e sembrava oziare senza alcun motivo al mondo di cruccio
in realtà
di sfuggita
la guardava intensamente
non tanto per il pungolo di una passione repressa
o per qualche indicibile vergognoso desiderio
voleva catturare l'attimo
il rapidissimo balenare del riflesso
dei sui occhi
se mai li avesse alzati anche per un secondo
lui sarebbe stato lì
pronto come un felino sulla preda
a balzare
a catturare quello sguardo
ma non succedeva mai
in tutti gli anni in cui si ripeteva questa scena
lui non si era mai presentato a lei
lei non lo aveva mai guardato
e probabilmente era assolutamente ignaro della sua esistenza
Vi chiederete come avesse fatto il nostro eroe a innamorarsi di una fanciulla senza neanche averci mai parlato
In verità ci aveva parlato qualche anno prima
era successo più o meno così:
strada deserte
mezzogiorno
parmino intento a litigare ferocemente con il calzolaio suo vicino
perchè col caldo della giornata una statua di meravigliosa fattura si era sciolta in un lago di putrescente fanghiglia verde
il calzolaio aveva decisamente redarguito Parmino per l'orripilante pozza di muco: i suoi clienti che dovevano passare di li non volevano certo sporcarsi le scarpe nuove
proprio dopo essere usciti dal calzolaio
e mentre i due si prendevano gioiosamente a schiaffi un semplice urletto "Ahi" li aveva fermati.
per terra, tutta inzaccherata nel muco, si era catastroficamente depositata (agli occhi di parmino) la più bella ragazza che l'universo avesse mai avuto l'onore di accudire tra le sue calde profondità abissali
la perla più lucente che stelle avessero mai invidiato
il calzolaio aiutà la ragazza ad alzarsi e dopo averle dato mano a pulirsi la mando via con mille scuse da parte di quello zotico deficente che abitava accanto
Parmino appunto
Lei prima di andarsene aveva sfuggitamente guardato Parmino, rimasto come un salame a guardare senza riuscire a dire nulla di sensato, e lui li aveva visti.
I due occhi azzurri più belli che si possano immaginare
Da qual giorno Parmino faceva la posta
da qual giorno Parmino il fabbricante di Caccole aveva un sogno
FINE CAPITOLO 1
stop scrive:
sono curioso di sapere quali risvolti mi riserva il mocco che si instaurò inavvertitamente nei capelli corvini della dolce donzella di paese
perchè, qs va detto, lei non abitava nel paese di parmino
no
bensi in un villaggio dei dintorni
e scendeva ogni giorno a valle, fino alla piazza
che sosteneva essere uno dei posti dove, stranamente, + si sentiva a casa
lo scrosciare dell'acqua, il sole che dipingeva le rocce dei palazzi
ed uno strano senso di palcoscenico che sempre la prendeva
come se
come se qualcuno sempre la osservasse
come se il sole fosse il suo occhio di bue
come se la fontana fosse il suo coro e l'acqua la sua colonna sonora
come se avesse un pubblico
di fatto
quello in cui cadde sul tremendo mocco di parmino
era il primo giorno in cui si recava alla piazza
a quella piazza
chissà come prosegue la storia..
ho finito l'inchiostro nel cervello scrive:
la storia prosegue con signore ciccione e tutto imbellettato e vestito da testa a piedi con i più sciccosi abiti del tempo:
"Allora Sior' Parmino questa statua me la fa o No?
e con quel "o No" il signorotto aveva inarcato un sopracciglio con fare decisamente minaccioso
"vede signore..."
"Duca Malvin"
"Si... emm duca... Io solitamente non eseguo lavori fuori città, chi vuole un effige viene da me e io lo ritraggo nel muco..."
"Su questo punto devo dissentire! Io la pagherò l'incomodo di dover venire fino alla mia magione, le fornirò vitto e alloggio e tutta l'abbisogna, ma la persona di cui lei realizzerà la scultura non potrà in alcun caso lasciare la mia casa e, detta condizione, impone necessariamente..."
"Mi scusi Duca davvero... io non lascio la mia casa per nessun motivo al mondo e se lei vuole davvero un opera dovrà arrendersi a portarmi il soggetto qui in figura di carne o colori a olio o pietra o qualsiasi mezzo per permettermi di vederla, altrimenti non se ne fa nulla."
Bisogna sapere che in quel periordo era divenuto un vezzo di molti nobili della zona recarsi da Parmino per farsi confezionare un ritratto o un opera di Caccole .
In poco tempo questa moda aveva raggiunto luoghi anche lontani come la contea di Wiskey dove il di cui sopra Duca aveva dimora.
Non c'era da stupirsi insomma che la porta di un povero artigiano fosse oscurata dalla maestosa imponente figura di un Duca con tanto di valletto e carrozza con cocchiere e cavalli e tutto il resto.
"Bene" continuò il Duca come se non avesse sentito "Domani la mia carrozza la passerà a prelevare e la porterà al mio castello, nel frattempo io mi intratterò da un mio parente per affari, ci rincontreremo presto alla mia magione e spero vivamente che per quel giorno la sua opera sia a buon punto"
parmino lo guardò bocca aperta mentre la...
mercoledì 22 agosto 2007
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