domenica 8 agosto 2010

meno uno


Queste partenze sono sempre più strane. Le ore che le precedono sono dei passaggi nel vuoto, dei respiri assorti prima dell’apnea. Come se fosse impossibile cambiare vita senza un’anticamera di silenzio. Pronti per il salto nel vuoto.
Perché davanti non ci sono che ipotesi di futuro pronte ad essere modificate, ricami ideali labili ed evanescenti come un’ombra tracciata al suolo. Solchi cancellati dalle maree.
Ciò che è certo è il desiderio di partire. Di tornare a scoprire l’essenza della nostra umanità e bestialità. Tornare a immergersi in quel mondo che l’eccesso di società cerca di annullare rendendolo sterile oggetto di mercato. Perché è proprio quando si torna allo stato di natura che si scopre che la supremazia del Creato ha ancora il potere di evocare l’Infinito.

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