venerdì 17 dicembre 2010

eredità


Come un’eredità. L’eredità dei padri. L’eredità dei conterranei, di chi ti circonda.

Pensavi di essere diverso, migliore, più saggio e semplice e invece poi ti scopri non all’altezza di quel che credevi. Non così puro. Non così profondo.

Ti guardi, e in trasparenza vedi loro, i tuoi esempi negativi, che piano piano hanno solcato il loro DNA in te. Come un rapporto di figliolanza, ci siamo convertiti in quel che da sempre tentavamo di non diventare. Un declino impercettibile ma costante e continuo.

Ti guardi allo specchio e le rughe son le stesse. Quelle del disinteresse umano che ti circonda.

Nessun commento: