domenica 19 dicembre 2010

noir


Mi affaccio al balcone. Fuori l’aria è leggera, aria di mare, nonostante la calura di fine agosto. Sotto di me si stende il grande parco de la Ciutadela, con le sue palme, i suoi giardini, i suoi padiglioni inizio secolo. Lo zoo che dal buio alza il suo coro di grida e versi.

Alla mia destra il Tibidabo campeggia sull’orizzonte, fiammeggiante come pietra lavica, immensa scultura d’ambra. Ai suoi piedi la città scivola verso il mare. Una colata solida di pietra e vetro che un firmamento personale di luci artificiali fa vibrare nella notte.

Vedo la grande fenditura della Diagonal, risalire fino a perdersi tra gli edifici, su verso la zona delle esposizioni. La Meridiana. A ritagliare l’orizzonte il Mont Juic, la Gabicce olimpica catalana. Davanti a me il Barri Gotic, ed il Raval più in fondo. L’Eixampla.

I miei occhi perdono i dettagli di ciò che conosco, persi nell’aura sulfurea che avvolge la città di notte, quella nube di vapori che aleggia sui tetti e per le strade come in un film noir.

E mentre dietro di me arrivano gli aromi di uno spuntino a base di pesce e martini rosso mi godo la tua bellezza, come qualcosa di perso e per sempre magnifico.

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