Si avvicina
al microfono. Ha una canotta bianca inguardabile, slargata, con occhi neri
disegnati sopra. Le basettone gli segnano la mascella, sempre più pingue.
Questa canzone
la dedico ad una persona che è qui, stasera - dice. Un'amica che è stata molto
importante. Questo è per dirle che non importa quanti anni passino, quanto
tempo. Certe cose sono vere, e lo restano per sempre. Questa canzone è per te,
Francesca.
E comincia a
sfiorare la chitarra elettrica, bianca opaca, candida. Davanti a lui tanti
piccoli fari salgono da terra, come stalagmiti, lucciole cangianti. Poi una folla
distesa nel grande prato, gli abeti ed il cielo stellato di Ferrara.
Il falsetto ci
sottrae al caldo, ci trascina in un paesaggio nordico, dove risplende la neve,
dove le grotte sono popolate di fiabe, dove il romanticismo è ancora
vivo. E la musica è una coperta, calda e vibrante, che comunica sottopelle.
Bon Iver.
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