lunedì 9 luglio 2012

presepe


Lo vedo e non posso fare a meno di guardarlo. Un ragazzino sui dodici anni, il fisico atletico di chi è nel pieno della crescita, nel fiore degli anni. Una maglia buttata addosso con noncuranza ed un paio di pantaloni corti. Scarponi ai piedi. La pelle nera come il carbone.  Risale la collina, bastone in mano, battendolo qua e là sull'erba.
Poco più sotto una bimba di neppure dieci anni, con un vestitino di altri tempi, risale allo stesso modo il pendio, roteando il bastone. I due tracciano un disegno invisibile sull'erba e, senza toccarle, sospingono le mucche verso la stalla.
I miei compari continuano a parlare, ignari dell'immagine che mi ha rapito. Affondano i denti , sorseggiano il vino. Si godono l'aria fresca che tira su questa terrazza naturale, spalle alla malga e fronte alla montagna.

Ed io continuo a perdermi in questa immagine lenta, di un bambino nato nel cuore dell'Africa e finito a fare il pastore quassù, sulle Dolomiti friulane.

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