venerdì 5 luglio 2013

orto dei giusti



Sette pelli. Sette grandi lenzuoli di cuoio. Sette tende nomadi, comprate a sette diverse famiglie Tuareg. Sette case di tela unite tra loro a formare un unico grande riparo sotto al cielo, tirate da cavi, lacci, fasce di cuoio. Sostenute da un reticolo di canne e bambù, puntellate da pali in legno scuro decorati da mani esperte, mani rifugiate in Paesi stranieri. E sotto tappeti, cuscini in pelle, in tessuto, enormi dischi di rame e stagno decorati con motivi mozarabici appoggiati su piedi in ferro battuto, tavoli pieghevoli, trasportabili. Sopra  piatti in ceramica spessa, pesanti, smaltati di colori sanguigni. Dentro ai piatti cous cous, falafel, salse piccanti e vegetariane. Intorno a noi tanti pantaloni arabeggianti e un unico, inimitabile, completo Tuareg, blu come la notte, a coprire da capo a piedi una pelle che sa di sole e di sabbia.

Ci guarda con aria serena ed un sorriso lunare. La barba lanosa, nera, scomposta da piccoli rasta naturali. Un copricapo in tessuto nero, una sorta di calza, ben calcata sul capo. Un vestito lungo, dai colori sgargianti, decorato all'inverosimile. Due grosse collane, due spessi anelli di cuoio striato di policromie pure. Due amuleti pensiamo, due regali diciamo, due doni ci risponde. Ci offre la sua bevanda, il caffè di Touba, una ricetta dove l'effetto della caffeina viene annullato aggiungendo un decimo di djar.

- Dove sei stato?
- Milano, Lombardia, Lecce, Sicilia, Campania
- E ti trovi bene qui?
- Qui o altrove, per me è uguale. Il cielo e la terra sono gli stessi ovunque. Avete solo pareti di cemento più alte.
- Eppure la gente è differente.
- Tutto sta nella testa.
Mi guarda e sorride.
- Però non puoi negare che ci siano luoghi dove si sta meglio che in altri.
Fissa gli occhi nella notte, pensieroso, e mi risponde.
- Hai ragione.
- E per te, quale è?
- Touba - mi dice-. C'è un posto, a Touba, che per me è quel posto, quello dove penso potrei stare bene.


Mi dà la mano, Djef, pelle ruvida e incartapecorita, un volto da ventenne e quasi quarant'anni nel passaporto. Ci salutiamo e ce ne andiamo, ognuno per la propria piccola strada.

Nessun commento: