Sette pelli.
Sette grandi lenzuoli di cuoio. Sette tende nomadi, comprate a sette diverse famiglie
Tuareg. Sette case di tela unite tra loro a formare un unico grande riparo
sotto al cielo, tirate da cavi, lacci, fasce di cuoio. Sostenute da un reticolo
di canne e bambù, puntellate da pali in legno scuro decorati da mani esperte,
mani rifugiate in Paesi stranieri. E sotto tappeti, cuscini in pelle, in
tessuto, enormi dischi di rame e stagno decorati con motivi mozarabici
appoggiati su piedi in ferro battuto, tavoli pieghevoli, trasportabili. Sopra piatti in ceramica spessa, pesanti, smaltati
di colori sanguigni. Dentro ai piatti cous cous, falafel, salse piccanti e
vegetariane. Intorno a noi tanti pantaloni arabeggianti e un unico,
inimitabile, completo Tuareg, blu come la notte, a coprire da capo a piedi una
pelle che sa di sole e di sabbia.
Ci guarda
con aria serena ed un sorriso lunare. La barba lanosa, nera, scomposta da
piccoli rasta naturali. Un copricapo in tessuto nero, una sorta di calza, ben
calcata sul capo. Un vestito lungo, dai colori sgargianti, decorato
all'inverosimile. Due grosse collane, due spessi anelli di cuoio striato di
policromie pure. Due amuleti pensiamo, due regali diciamo, due doni ci
risponde. Ci offre la sua bevanda, il caffè di Touba, una ricetta dove
l'effetto della caffeina viene annullato aggiungendo un decimo di djar.
- Dove sei stato?
- Milano,
Lombardia, Lecce, Sicilia, Campania
- E ti trovi
bene qui?
- Qui o
altrove, per me è uguale. Il cielo e la terra sono gli stessi ovunque. Avete
solo pareti di cemento più alte.
- Eppure la
gente è differente.
- Tutto sta
nella testa.
Mi guarda e
sorride.
- Però non
puoi negare che ci siano luoghi dove si sta meglio che in altri.
Fissa gli
occhi nella notte, pensieroso, e mi risponde.
- Hai
ragione.
- E per te, quale
è?
- Touba - mi
dice-. C'è un posto, a Touba, che per me è quel posto, quello dove penso potrei
stare bene.
Mi dà la
mano, Djef, pelle ruvida e incartapecorita, un volto da ventenne e quasi
quarant'anni nel passaporto. Ci salutiamo e ce ne andiamo, ognuno per la
propria piccola strada.
Nessun commento:
Posta un commento