sabato 20 settembre 2008

che non è giusto


D’accordo. So che non è giusto.
So che l’ho rinnegata. L’ho rinnegata e la rinnego, tutt’ora, con forza.
La sto lasciando, con rabbia e sdegno, non degnandola neppure di uno sguardo.
Eppure so che mi mancherà.
So che mi mancherà il casino che tanto odio. La confusione che trasforma un’ora morta in una goccia di stranezza. L’entropia che regna sovrana e che porta sempre novità e volti imprevisti. Le notti e i giorni che si susseguono con un calendario imprevedibile, incalcolabile.
È strano dare l’addio ad una cosa che si abbandona con cattiveria.
Ma ancora più strano è darle un secondo e imprevisto addio. Mesi dopo.
È come se tutto ciò che di minimamente buono c’era, in questa casa, fosse sbocciato, nella mia testa ed ora stesse fiorendo qui, davanti ai miei occhi. Come se quel che non sopporto fosse finito in fondo, e quasi non contasse più.

6 commenti:

Jessica ha detto...

Gli aspetti positivi delle cose e delle persone spesso vengono capite e valorizzate solo quando ormai le abbiamo abbandonate... è capitato anche a me

Amélie ha detto...

benvenuta.
è proprio così, ed è quello che le rende drammatiche a volte. doverle perdere per saperle apprezzare.
impareremo mai a capirne il valore prima che sia tardi?

isterika ha detto...

certo che si, quando saranno quelle giuste, insostituibili, perfette per noi... io almeno te lo auguro.

Amélie ha detto...

ciao is.
eppure sono convinto che non dipenda dalle cose. o almeno non unicamente.
voglio dire, ci sono persone che riescono a valorizzare praticamente ogni cosa (non che sia meglio, per carità. anzi lo trovo un atteggiamento molto più ebete che il faticare a trovarne, di valore). ci sono persone che nobilitano, con quel poco che gli va a genio, il tanto che non funziona.
penso sia una questione di atteggiamento, insomma. e sono stanco di nascondere questa faticata felicità dietro a una motivazione caratteriale irremovibile. dare la colpa al mondo o al carattere di chi lo vede. ci possiamo anche lavorare su di noi.
o no?

agne ha detto...

ciao sono tornata, troppo tardi, come al solito.. non riconosco il luogo, nè le parole.. è la facoltà ciò di cui parli? è la vita?

Amélie ha detto...

ciao papas..
è O31, il luogo in cui dormo anche stanotte, come in un addio colloso ed elastico, che mi riporta sempre indietro, volente o nolente.