Il treno scorre imperturbabile, scrivendo la sua linea liscia nella notte. Lascio la grandine ed i fulmini fuori e attraverso incosciente l’Appennino. La musica elettronica fluisce nelle mie orecchie e annulla il tempo, confonde lo spazio, disegnandolo coi suoi ritmi onirici. In un mondo orfano dei suoi suoni nulla entra in contatto col mio mondo interiore, riducendosi ad un teatro muto e senza sipario.
Nella piccola stazione di cambio, nella notte, l’unica cosa che si muove è il vento sui binari e su di me. Sono solo, confortato dal silenzioso freddo. Penso che arriverò tardi a destinazione, e sicuramente avrò fame. Allora prendo il telefono e chiamo.
Nella piccola stazione di cambio, nella notte, l’unica cosa che si muove è il vento sui binari e su di me. Sono solo, confortato dal silenzioso freddo. Penso che arriverò tardi a destinazione, e sicuramente avrò fame. Allora prendo il telefono e chiamo.
È bello sapere che, in qualsiasi delle tante città che sono casa vostra, e quindi casa mia, a qualsiasi ora e giorno, posso contare su qualcuno che mi accolga, mi venga a raccattare in stazione e mi faccia compagnia davanti ad una cena di mezzanotte. Che ci sia qualcuno a dare ordine a questo treno senza orario.
6 commenti:
il posto in cui c'è sempre qualcuno ad accoglierci si chiama mondo.
il treno invece, a volte credo, sia dominato e controllato da leggi della fisica. che di biologico c'han proprio niente.
il treno è il cinema del mondo. stai lì ad aspettare e non puoi far altro che aspettare che finisca lo spettacolo e nel frattempo godertelo. è un respiro obbligatoriamente lungo. ho amici che di fatto vivono sul treno, e lì sopra creano, inventano. potrebbero dire di essere a casa loro su quei sedili.
ilmareovunque
ben
mi piace molto questa idea, della casa! è nelle cene di mezzanotte, nei caffé all'alba e nelle telefonate impreviste che teniamo calde quelle nostre sedie..
già. è un concetto nomade di dimora. non determinata da elementi fisici e fissi, ma da elementi umani e ambientali.
casa è ovunque ci si senta bene.
Io devo ringraziare un treno per quel respiro obbligatoriamente lungo che ha accompagnato l'incontro dei miei occhi con altri due...
A volte essere obbligati a restare seduti ad osservare, ci regala momenti e sensazioni che andrebbero perse nel mondo che fuori scorre troppo veloce.
Mi sto ancora piacevolmente godendo quello spettacolo..
S'intrecciano storie di vite in quelle vene di lamiera.
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