Forse è l’aria, che questa notte soffia leggera e fresca a portare sollievo alla pelle, sotto le maglie.
Forse i grilli, che sento festeggiare in coro nei campi della periferia.
Forse l’ebbrezza mentale, e non ancora fisica, di sentire sempre più mia questa frangia di mondo, di sapere che qualcuno mi aspetta nel centro di questa città.
Forse è il tempo, che passando muto attraverso delusioni e lotte silenti, si traccia un solco dietro. Un’incisione che sancisce la differenza tra il parassita del mondo e il suo cittadino.
Forse i grilli, che sento festeggiare in coro nei campi della periferia.
Forse l’ebbrezza mentale, e non ancora fisica, di sentire sempre più mia questa frangia di mondo, di sapere che qualcuno mi aspetta nel centro di questa città.
Forse è il tempo, che passando muto attraverso delusioni e lotte silenti, si traccia un solco dietro. Un’incisione che sancisce la differenza tra il parassita del mondo e il suo cittadino.
Forse sono io. Qualunque sia la ragione stasera mi sento non più turista, ma abitante.