Corri corri corri corri. Riempi la tua clessidra, girala, non lasciare che un solo granello riposi per troppo tempo.
Lavora. Lavora fino a essere stanco. Non stanco fisicamente, spossato dall’attività, sfinito dal fare. No. Lavora tanto da essere stanco del lavoro. Tanto da poterti lamentare di non avere tempo. Tanto da vestire la parte della vittima sociale.
Iscriviti a un corso, scegli uno sport, stabilisci giorni nei quali fare cose. Crea una routine che ti permetta di essere sempre di corsa, di avere poco spazio per il silenzio, per la pausa, per te.
Perché quando succede che resti solo, che la sera è vuota e la casa silenziosa. Quando le tue dita non sanno che parole digitare sullo schermo, quando la sensazione di adrenalina da affanno, da rincorsa finisce, .. beh, allora non resti che tu.
Allora ti guardi intorno, sposti l’occhio dalle vetrate che ti ritraggono calciatore, architetto, animale socievole, viaggiatore, cavaliere. Ti allontani e vedi la cornice della tua opera, vedi i grandi muri pesanti e spessi.
E scopri di aver decorato magnificamente le vetrate della tua prigione.