martedì 16 febbraio 2010

night on earth


La tapparella a mezz’asta lascia penetrare il baluginare di un cielo color varechina nella stanza spoglia. La lampada Ikea, come l’occhio di bue di un teatro da 4 soldi, rischiara di riflesso i pochi oggetti assopiti. Li guardo al di sopra dello schermo del portatile appoggiato sulle mie gambe. Una parete di oggetti impiccati a chiodi piantati casualmente, un ombrello, delle cuffie, cavi, uno zaino, dei fogli. Una mensola d’angolo con qualche libro, un tavolaccio alto e dipinto. Una poltrona bassa nascosta dalla giacca e dall’accappatoio che pendono dalla parete. Qualche vestito gettato sul letto. Il mobile alto e traballante senza cassetti.

Seduto su un grande e vecchio materasso sorrido mentre le dita sulla tastiera mi fan dimenticare la nuova abitazione. Svanisce, nella magia delle luci teatrali, e nei miei occhi attraverso le parole che compaiono sullo schermo si riavvicina la Spagna, ricompare la Francia, l’Italia si raduna in un momento.

Nella stanchezza di una notte bolognese, mentre intorno i profili delle case sono bui e sognanti, una bolla di entusiasmo continua a connettersi col mondo.

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