Il sole cala lento dietro un velo di nuvole. Le panchine e gli alberi fanno bella mostra di sé ostentando il loro profilo migliore sulla cima della collina. Mi abbandono ad uno stato di semi-incoscienza postprandiale sdraiato su di un prato di margherite, rosolato dal timido calore solare.
È lì, nella culla di un limbo onirico, che mi perdo e mi abbandono ad una pace che assomiglia tanto ad uno strano stato di felicità. Una rilassata leggerezza.
E se fosse questo? Se fosse la conquista dell’atarassia la vera felicità? Se la stupidità ci permettesse di raggiungerla, questa felicità, più facilmente, più in fretta, in maniera più duratura? Se l’adattarsi, il piegare i propri desideri a ciò che è ottenibile, fosse la darwiniana soluzione alla complessità del vivere?
Ho in mente le parole di Oriana. E il suo ostinarsi a credere che, nonostante tutto, gli uomini non si meritino l’odio che riserviamo loro.
1 commento:
Ciao! Sto leggendo il tuo blog e mi fermo per un caffè. Mi hai fatto riflettere su Oriana,un'autrice che ho amato per la forza e la passione di "Un Uomo". Questo mondo a volte ci fa sperare di essere stupidi,ma credimi,sbagliamo quando pensiamo che ciò possa renderci felici. Aggiungo i tuoi deliri tra i preferiti. Se vuoi,vieni a prendere un caffè sul mio blog,dove ho scritto una piccola riflessione sulla nostra amica Amélie. Ciao!
http://haidaspicciare.blogspot.com/2011/03/il-favoloso-mondo-dopo-amelie.html
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