martedì 25 maggio 2010

tras-bordeaux

- Ricordati bene. Le lingue sono una chiave, una chiave con cui puoi aprire molte porte. Ci pensi se non potessi esprimere quello che senti, quello che vuoi comunicare?

Lo guardo in faccia, mentre dietro di lui Bordeaux comincia a diventare una sequenza distinta di tetti e strade. Osservo i suoi capelli bianchi, corti e fini. La pelle olivastra, scaldata da molti soli. La lingua, con un accento lieve che non riesco a decifrare. Lo guardo e ancora non mi capacito di come questo sconosciuto sia riuscito a dribblare la barriera dell’indifferenza reciproca, sgusciare nei miei silenzi e cominciare a distillarmi la sua esperienza. A raccontarmi del luogo dove è nato, una splendida isola del Marocco vicina alle Canarie, dove il cibo veniva dal mare ogni giorno, in quantità sufficiente per tutta l’isola. Dei suoi figli, che volevano vivere in un luogo dove avere più possibilità di lavoro, e quindi della decisione di cercare una nuova casa in Italia. E poi i viaggi, gli spostamenti, le lingue: italiano, inglese, francese, arabo, spagnolo, cinese.

- Ho viaggiato tanto quand’ero giovane. Viaggiate. Voi che avete la possibilità, viaggiate. E conoscete. Le lingue sono una chiave con cui si possono aprire molte porte.

Lo ringrazio, con parole italiane, mentre le ruote ritrovano il contatto con la pista e il mondo torna ad essere fatto di prospetti.

- Se vuoi venire un giorno in Marocco fammi sapere. Ci sono tanti europei, tanti miei amici, che vengono e non se ne vogliono più andare. Ho girato tanto, ma ancora non ho trovato un posto che somigli al Paradiso più della mia isola. Chiamami, se vieni in Marocco. Lì hai una casa.

Buongiorno Bordeaux. Grazie per il benvenuto.

1 commento:

Piumino ha detto...

be.... facciamo le valige