martedì 4 dicembre 2012

kaffekoppen



Non poteva finire diversamente. Vagando, di stradina in stradina, scoprendo le viscere antiche della città, gli interni luminosi dei locali, le luci soffuse dei bar. Meravigliarsi della piazza alta e poi finire a cenare in un interrato, volte in pietra, candelabri e scritte alle pareti. Il tempo che torna a fermarsi fuori dalla porta. Le portate che arrivano senza fretta, la cameriera stranamente gentile che ci domanda da dove veniamo e che ci sussurra con un occhiolino di non preoccuparci se vogliamo trattenerci, che a lei la pagano di più se chiude tardi.
E poi il "Buscais algo?" che risuona così strano in questa terra. Consigli in spagnolo da un ragazzo svedese, la metro, le parole nella notte, ed il pub, ultima salvezza per chi aspetta l'aereo del mattino. Che poi ci sia un assurdo karaoke metal non è che l'ennesima sorpresa.

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