domenica 25 novembre 2007

angustie




Sembra a volte come se ti volessero chiudere gli orizzonti.
Come se tentassero di ingabbiarti nella loro routine (lavoro, ristorante, birra, film- chiuso- domattina lavoro e sono stanco). E ti senti stretto. Non capisci bene dove stia la violenza ma ti ritrovi a cedere e a diventare simile a quella piantina che coltivi. Senza fiori, che in appartamento non serve.
Poi, quando piove e l’aria si fa respirabile, finalmente lo vedi, quel cancello che ridicolmente tenta di costringere il cielo ad una dimensione mediocre (qualcuno avrebbe detto “come può uno scoglio arginare il mare”). E ti accorgi di aver lasciato pezzi di te dall’altra parte.
Fotografie, palloni, disegni. Stan tutti dall’altra parte dell’inferriata.
Sei ancora capace di saltare?


Davvero pensi che un paio di punte possano ferire il cielo?

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