venerdì 4 luglio 2014

ultimo sole




Usciamo dal bar e lasciamo liberi i piedi di scorrazzare per la città. Il centro è ricco di attività creative: gallerie d'arte, studi di comunicazione, sale di coworking,laboratori di restauro, negozi di recupero di oggetti vintage. Si percepisce una movida culturale creativa che cerca con l'inventiva di superare una crisi economica che dura ormai da troppo tempo.

Le parole fanno il loro mestiere. Sollevano il morale, annullano la fatica e riscoprono attimi del passato come profumi, riportandoci ad un mondo di serenità e gioia che non c'è più, annegato nelle complicazioni. I piedi ci portano senza premeditazione di fronte al Palacio Real ed alla cattedrale de la Almudena proprio mentre il sole prova lentamente ad inabissarsi trai rilievi all'orizzonte. Attraversiamo il ponte dei suicidi e, birra in mano, ci sediamo sulle erbose pendici della ripida collina puntando lo sguardo a ovest, oltre Casa de Campo. All'ombra dell'ultimo sole ci lasciamo cullare dalla musica della terrazza dietro di noi, mentre ci accendiamo per la storia di Gainsbourg, per il suo carattere e la sua estetica, per sua moglie e le sue canzoni. Intorno, gruppo di ragazzi confidano perle di vita e banalità alla loro bottiglia, confondendo il fiato con i fumi della marijuana.

Dopo un rapido passaggio da casa ci infiliamo in un cinema del centro. Seduti nelle ultime poltrone di una sala stranamente asimmetrica e dai soffitti stuccati, aspettiamo che si spengano le luci per poterci sparare i nostri panini e le nostre birre. Il film di Wes Anderson è affascinante, un'ambientazione dalla strana atmosfera, al limite tra il poetico ed il comico. Ma sono troppi giorni che non riposi e la poltrona è un richiamo troppo invitante.

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