Per fortuna
siamo riusciti a salire sull'ultimo traghetto in partenza da Rossaveel ed in
breve tempo siamo arrivati su Inis Mòr, la più grande delle tre isole Aran. In biglietteria
ci avevano detto che non c'erano più posti disponibili sull'isola, ma con un
po' di insistenza siamo riusciti a sapere che esiste un camping e là dovremmo
poterci accampare per una manciata di euro. Camminiamo lungo una delle due
strade che si allontanano dal porto, unico punto dove esiste realmente un
paese, costituito peraltro quasi unicamente da negozi di maglioni, di noleggi
di biciclette e di b&b. La stradina, stretta e a doppio senso di marcia, è
spesso bordata da muretti a secco che recingono le proprietà. Questi muretti,
costituiti da grigie pietre anche di grosse dimensioni continuano per tutta
l'isola tramando i campi come una rete, opera di un assurdo ragno scultore. A quanto
pare, infatti, l'isola è un immenso piano inclinato di pietra calcarea al di
sopra del quale si è formato un sottile strato di terra. Per questo motivo gli
alberi sono praticamente assenti, non esistono appezzamenti coltivati ed i
campi sono lasciati a foraggio per qualche vacca o cavallo. Le pietre,
come avviene in Puglia, vengono estratte dissodando i campi e vengono poi
riutilizzate come recinzioni. Gli abitanti di queste parti per secoli
hanno vissuto unicamente di ciò che dava loro il mare, esportandolo in
Irlanda a cambio di legname da costruzione e torba per il riscaldamento. Durante i lunghi inverni burrascosi si tenevano occupati raccogliendo alghe dalla costa per usarle (come i giapponesi) per la concimazione dei pascoli.
Abbiamo
lasciato il porto da una buona mezz'ora, il centro abitato si è disgregato in
una serie di villini sparsi, ed ancora il camping non si vede. Il sole come al
solito finge di tramontare scorrendo lentamente verso la superficie dell'oceano
e lasciandoci per lungo tempo in questa luce morente. Lentamente ci
supera un carretto trainato da un cavallo. Chiediamo al ragazzo dove sia il
camping e questi ci indica una stradina laterale che scende sulla destra
avvicinandosi con qualche curva alla costa. Scendiamo e scoviamo alcune tende
dentro ad uno degli infiniti recinti di pietre. Entriamo da un piccolo cancello
di ferro battuto e tutto quello che troviamo sono quattro tende disposte ai
quattro angoli dell'appezzamento ed un casotto piccolo con i bagni. Tutto qua. Niente
reception, nessuna registrazione, nessuno cui pagare. Piantiamo la tenda,
lasciamo i bagagli e ci avviamo verso la costa.
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