A quanto
pare al signor Henry la zona era piaciuta alquanto. D'accordo, la strada passava
proprio tra il lago e la futura residenza, ma questo non era un gran problema. Aveva
appena abbandonato la professione di medico per gestire gli affari del padre a
Manchester, ed i soldi certo non gli mancavano. Decise allora, anni dopo quella
magnifica luna di miele, di acquistare tutta l'area a nord della Diamond Hill e
di spostare la strada sulla sponda opposta del lago di Kylemore. Ingaggiò un
centinaio di braccianti, presi tra la povera gente del posto, che per quattro
anni si sarebbero dovuti dedicare alla costruzione dell'ambizioso castello.
Il signor
Henry era benvoluto dagli abitanti della provincia, e la sua fama
si espanse ben presto in tutto il Connemara. Di indole profondamente romantica,
non peccava tuttavia di senso pratico e lungimiranza. Fu così che quando
conobbe il signor Fuller, uomo che esercitava la propria professione a
Manchester ma originario del Kerry, pensò di affidare a lui l'ambizioso
progetto. Da parte sua l'architetto, interpretando lo spirito del suo
committente, decise di cedere alle proprie inclinazioni per un certo gusto
eclettico, recuperando elementi dal linguaggio gotico ecclesiastico e militare.
Quattro anni
dopo l'uomo, che nel frattempo era divenuto parlamentare della Regina con al
seguito una famiglia di nove figli, si trovò di fronte una facciata in pietra dominata
da un massiccio corpo centrale di tre piani, affiancato da uno snello torrino
ottagonale e due ali asimmetriche di due piani. Al di sopra del portale di
ingresso, concluso con un curioso arco a sesto acuto ribassato, campeggiava un
grande bow-window a due livelli di bifore sovrapposte, che illuminava la scala
monumentale all'interno. Questa dava accesso a tutto il complesso, con le sue 33
camere da letto e 4 bagni, la sala da
ballo, quella per il biliardo, lo studio, l'aula dedicata all'insegnamento, la sala
per fumatori ed quella per le armi, oltre ad un certo numero di stanze per
domestici e servitù.
Un miglio
più a ovest, al limite della tenuta, ordinò la costruzione di uno degli ultimi
giardini murati d'Irlanda: sei acri di terreno, perfettamente esposti a sud e
protetti dai venti freddi del nord, tre dei quali dedicati a giardino di
piacere e tre ad orto. Al fine di mantenere la produzione per tutto l'anno,
fece erigere una ventina di serre in ferro e vetro al di sotto delle quali
crescevano le più varie specie di ortaggi
e frutta. Appassionato delle ultime innovazioni tecniche, Mitchell Henry predispose, oltre ad una piccola centrale idroelettrica, un sistema di canalizzazioni interrate che dalla dimora principale
portavano aria calda fino alle serre garantendone un clima ottimale anche nei
freddi inverni.
Purtroppo l'idillio del suo Paradiso personale durò ben poco.
Infatti sette anni dopo, di ritorno da un viaggio in Egitto, la moglie si
ammalò di una strana febbre ed in breve tempo si spense, coccolata fra le mura
del castello che lui aveva costruito. Il signor Henry rimase,
comprensibilmente, profondamente scosso. Tutto l'ingegno, l'impegno, l'amore e
l'armonia con cui egli l'aveva circondata non erano stati sufficienti a
garantir loro che un paio di anni di felicità. Affranto ma indomito, decise
allora di far costruire in suo onore, vicino alla sponda del lago, una piccola
chiesa. Eppure lo stile gotico poco si addiceva alla grazia e femminilità della
defunta moglie. Quello che il signor Henry cercava era uno scrigno dove cercar
conforto, un'alcova calda che si specchiasse sulle gelide acque del lago. Cominciò
a prendere forma un progetto dove non vi fossero più, sotto le gronde,
mostruosi gargoyles ma angeli proiettati verso il cielo. Nelle facciate
fiorirono una gran quantità di piccoli rosoni, le nervature della copertura si
incrociarono in grappoli floreali, una trama di petali lapidei rivestì le
pareti. Nè badò a spese per ottenere l'effetto che desiderava. Internamente, ad
impreziosire la superficie di arenaria, vennero collocati fasci di colonne
costruite con le pietre provenienti dai quattro angoli dell'Irlanda, dalle nere
pietre vulcaniche ai marmi pregiati. Un tappeto in legno sosteneva le file di
panche, riscaldate da canalizzazioni ipogee.
Ma tutto questo non bastò. E non fu sufficiente neppure erigere un
piccolo mausoleo, al riparo di uno dei grandi alberi. Il signor Henry non riusciva
più sopportare di vivere da solo in quel luogo, in quella terra così ambita e a
cui aveva dato tanto. Decise allora di abbandonare Kylemore. Abbandonando la
sua dimora alle nebbie dell'ovest.
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