L’abside del monastero di Santa Maria de L’Estany è una sorta di miraggio dopo chilometri di boscaglia e assenza di paesaggio antropizzato.
Ci attende una signora che dovrebbe fornirci, per conto dell’arcivescovato di Vic, un posto dove dormire per la notte. Apre il portone sul retro della chiesa, saliamo due rampe di scale e poi apre un’altra porta. Nel cuore del monastero Trecentesco, a pochi centimetri dal transetto, quello che ci aspetta è un monolocale completamente nuovo. Cucina che si apre con una finestra, un foro nella muratura ciclopica, sul giardino absidale, tavolo rotondo in legno sbiancato, divano-letto, bagno e soppalco in legno d’abete con grande letto matrimoniale. Due lucernari zenitali portano la luce nel soggiorno e sul soppalco. Allucinante. Non potevamo chiedere di meglio.
La signora si offre inoltre di portarci qualche verdura dall’orto, visto che siamo a corto di provviste.
E così, dopo un rapido giro per il paesino e una doccia bollente, ci prepariamo a mangiare.
Sul tavolo una favolosa zuppa di verdure calda, sei birre e le nostre credenziali, mentre fuori, come se ormai fosse diventato un rito, la pioggia scende a portare la notte.
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