giovedì 18 novembre 2010

dia 12: artès



Seduti guardiamo la luce del tramonto scolorare le colline a nord di Artès. Dietro di noi stanno i resti di un terrazzamento murario, contrafforti e archi. Al di sopra una piazza spoglia.

La vecchia piazza di Artès domina il paese dalla sommità della collina. Ai lati le case si diramano scendendo le pendici che portano verso sud. Ma sono case senza vita. Le tapparelle sono forate, sporche, rotte. I vetri in frantumi, le facciate coperte di polvere e scrostate. Uno spazio nobile che ora non è altro che il retro di un paesino alla periferia delle città catalane.

E a incarnare tutto ciò ci pensa il campanile della chiesa.

La bandiera catalana campeggia oziosa sulla punta del timpano, mentre al di sotto due lunghe aperture espongono le campane ai quattro venti. Più sotto non resta che un affascinante muro, modulato da una piccola porta e dal principio di un arco.

Austero e cieco il campanile si stira nelle luci crepuscolari dell’orizzonte, guardiano di una cattedrale di sogni che non c’è più.

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