venerdì 26 novembre 2010

sono come me


Giuri che a te non succederà.

Li guardi. Guardi i loro modi di fare cinici, la loro disumanità, la misoginia e la misantropia. Osservi i tradimenti, le bugie, i suicidi morali e la perdita di ogni etica. Li vedi abbassarsi al dio del profitto, azzerare le riserve di desideri, prosciugare i sentimenti.

E non ti capaciti di come ci si possa ridurre così, come certa gente sia arrivata a barattare l’umanità con l’animalità. Come abbiano potuto scegliere di infilare la loro vita su binari fatti di una routine così rigida e miope che li porterà inevitabilmente all’insoddisfazione, al rimorso, alla rabbia e poi alla violenza. Non ti spieghi dove abbiano perso la loro giovinezza, con cosa abbiano barattato la luce che avevano negli occhi.

E poi basta poco. Basta qualche anno con loro, qualche mese di lavoro, un tempo di stenti morali senza respiro e succede. Succede che guardi la sera prima e la condanni con poca forza, sapendo che non è altro che un gradino della serie. Guardi il tuo cervello appoggiato dietro al monitor senza rabbia, in attesa di spegnere tutto e tornare a casa. Coltivi la solitudine, annaffiandola ogni sera con distillati di ore inutili.

E ti scopri esattamente come loro.

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