mercoledì 24 novembre 2010

dia 13: manresa



Al di sopra ombrelli di fronde nascondono il cielo, fagocitano la luce, comprimono l’aria.
Sotto le gambe terra umida, humus fertile, erba a tratti.
Intorno tronchi, cespugli, erbacce. Un doppio portico in pietra, un edificio medio novecentesco. Poi un portico di viti, un edificio in metallo, un laboratorio di cucina sperimentale. Il selciato in cemento, il centro congressi extralusso, i padiglioni moderni.
E lontano, cuore di tutto, il monastero di San Fruitos de Bages.
Nella calura soffocante del primo pomeriggio non possiamo far altro che trovare riparo qui, sotto gli alberi di questo complesso di classe. Sdraiati al suolo, con la schiena sugli zaini, le gambe imperlate di sudore a contatto con la terra, sciami di zanzare a banchettare su di noi che ormai neanche più ce ne curiamo.
Respiriamo piano. Limitiamo la comunicazione. Un goccio di acqua (rubata dai bagni del centro congressi) ogni tanto. Aspettiamo che il sole smetta di far cuocere questa terra per ripartire.

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