La confusione è tanta che non si riesce nemmeno a spiegarla, che non si riesce neppure ad iniziare a dirla. Resta un gomitolo, un groviglio di pensieri senza capo né coda che si rimestano nello stomaco, facendo corrugare la fronte. E passano le ore, quelle rabbiose e vuote del giorno e quelle dilatate e insonni delle notti. Passano i silenzi, che dalla bocca migrano agli occhi, e dagli occhi al cervello.
E intanto cresce sempre più la sensazione di star recitando un copione scritto per qualcun altro.
E intanto cresce sempre più la sensazione di star recitando un copione scritto per qualcun altro.
Ah, felicità / su quale treno della notte viaggerai / lo so che passerai / ma come sempre in fretta / non ti fermi mai
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