lunedì 14 settembre 2009

fuori stagione


Mi soffermo a guardare il mare, con quel suo colore così denso e cobalto, e penso che tutto questo è come un quadro, una foto della mia vita.
Il sole al tramonto sta illuminando una spiaggia settembrina che si sta spopolando dei suoi abitanti. Nel campetto dei ricordi ci sono solo io, l’unico giocatore arrivato in ritardo e fuori stagione. Tutto è più o meno come lo ricordavo, come quando anni fa era la liturgia dei miei fine settimana, dei miei pomeriggi estivi. Eppure.
Eppure il campetto è desolato. Le retine son scomparse, il cerchio cigola quando la palla tenta di ballarci sopra, e le tempeste si son mangiate il legno della tabella.
Sarebbe una perfetta foto in bianco e nero. Un ritorno a ciò che era e ora non è più. Come la tua maglia preferita quando ormai sei cresciuto e non ci entri più. Come il ricordo a cui ti attaccavi, quando i lineamenti del suo viso sono ormai scomparsi lavati via dal tempo.
Come tornare a casa. E vedere che tutto intorno è cresciuto, si è stabilito, ha trovato una sua normalità e un suo equilibrio. E tutto ciò cui eri affezionato è cambiato o ridotto a rudere.

Nessun commento: