martedì 22 ottobre 2013

attesa - giorno 5



Finalmente è uscito nuovamente il sole e, per riposarci un po', decidiamo di sederci ad uno dei bar della zona vecchia. Appena fuori rispetto alla via principale si trovano una serie di piazzette completamente circondate di negozi e bar che si sono appropriati, con le loro mercanzie ed i loro tavolini, dell'intero spazio. Noi stiamo seduti al sole, spalle alla parete in legno scuro del locale. Le panche sono ricoperte con cuscini dai tessuti orientaleggianti, gli sgabelli sono quelli ottomani e, spesso, i tavolini in legno o metallo riprendono gli arredi delle popolazioni nomadi, smontabili con un solo gesto.
Arriva il nostro caffè turco, dentro all'ibrik, l'inconfondibile bricco in ottone. Come ormai abbiamo imparato, visto che viene preparato versando la fine polvere di caffè direttamente nell'acqua bollente, bisogna avere cura di non berlo fino in fondo per evitare di ingerire lo spesso strato costituito dai fondi.
Poi ci facciamo portare il narghilè con il tabacco aromatizzato. Dai tavoli vicini si alzano nuvole aromatiche simili alle nostre ed i ragazzi chiacchierano mentre fumano sdraiati sui divani, passandosi l'un l'altro il beccuccio.
Rosolati nel sole del primo pomeriggio, con fumo e caffè, nessuno ha più voglia di alzarsi nè di far altro. Le uniche proposte sollevate riguardano spedizioni per recuperare un po' di regali e souvenirs dai negozietti.
Il mio demone interiore si risveglia rapidamente e decido che è arrivato il momento di prendermi del tempo per me, di solitudine ed esplorazione di questa città, che mi pare nasconda tanto di interessante. Molto più di quello che si può trovare in un negozio.
Guardo la mappa. Il centro storico è stretto e allungato, circondato dalle colline su tutti i lati e lambito dal fiume a ovest. Direi di puntare verso l'alto.

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