mercoledì 9 ottobre 2013

l'arte povera è per i ricchi - giorno 5



Imbocchiamo l'autostrada nuovamente verso Novi Sad per poi abbandonarla poco dopo Ruma e puntare verso sud lungo una strada che si insinua tra paesini e lande disabitate. Il nastro d'asfalto è bordato da quella collezione di umanità che già abbiamo imparato a conoscere, un catalogo di quasi miseria, di degna povertà, un compendio di neorealismo. Case bifamiliari si susseguono senza tessuto nè disegno, l'una dopo l'altra. Le presidiano guardiani impolverati di strada, giovani e anziani ugualmente vecchi nell'animo, rassegnati ad esporre quel poco avanzo che produce il loro campo. Sui carri stanno i loro frutti, le loro verdure, merce di nessun prezzo per pagare la sopravvivenza di chi la produce. Monatti di vegetali, espongono i loro carretti come gli storpi i propri moncherini.
E noi, voyeur odierni, feticisti di quel poco di verità che ancora ci riserva il mondo del mercato globale, li osserviamo, li fotografiamo, ne scriviamo, ci commuoviamo. Ci riempiamo gli occhi della loro presenza, le memory card delle loro immagini, e ce ne andiamo lasciandoli morire dietro di noi.

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