Appena
alzati ci eravamo spostati al trullo, dove ci aspettavano i due maestri. Saliti
sul tetto avevamo cominciato a fare yoga seguendo le loro indicazioni mentre il
sole, già alto, rosolava i nostri corpi. Era una versione casalinga del Bikram
Yoga, una pratica che consiste nel realizzare gli esercizi in un ambiente ad
alta temperatura. Disciplina nella quale erano specializzati i nostri amici.
Dopo oltre
un'ora scendemmo, tonificati e riposati, e ci andammo a sedere intorno al
grande albero che domina il cortile del trullo. Qui ci avrebbero trasferito
l'energia, ci dissero gli yogi. Partendo dall'alto passavano le mani a pochi
centimetri dalla nostra testa, procedendo verso il basso, generando una sorta
di elettrizzazione della pelle. Ovviamente, dopo la preparazione dovuta agli
esercizi, la sensazione fu evidente.
- Abbiamo
fatto un corso, in India - ci dissero mentre procedevano da uno all'altro - per
attivare questa capacità di transfert energetico. Non si tratta di trasferirla
da noi a voi, ma da ciò che ci circonda a voi. Non facciamo altro che
canalizzarla. Ed ora, grazie a questo, ad una giornata e pochi euro,
siamo in grado di rigenerarvi ed infondervi nuova energia.
Dentro me la
ridevo. Mi sentivo un po' truffato, come se il mio benessere fosse assimilabile ad una tariffa telefonica. Mi bastava pagare qualche euro
per avere l'autoricarica, attivare nel mio corpo l'"opzione trasferimento
energia" e diventare un canale.
Non era, anche questo, mercato? Non si sarebbe potuti arrivare allo stesso senza dover pagare a qualche ente l'autorizzazione a praticarlo? Non si sarebbe giunti comunque allo stesso risultato semplicemente praticando e sperimentando?
Non era, anche questo, mercato? Non si sarebbe potuti arrivare allo stesso senza dover pagare a qualche ente l'autorizzazione a praticarlo? Non si sarebbe giunti comunque allo stesso risultato semplicemente praticando e sperimentando?
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