Il sentiero fa un gomito stretto, nell’insenatura del monte e ci porta a guardare indietro, verso la valle che abbiamo appena attraversato, alle colline già così lontane. Poi stringe sulla destra e in un piccolo spiazzo, dove gli arbusti si diradano, ci aspetta il confine ufficiale della Galizia. Un respiro più profondo nasce spontaneo, come se la meta fosse vicina, nonostante manchino ancora più di un centinaio di km. Osservo la grande pietra, mentre il sole osserva me, e poi mi addentro nel bosco che mi accoglie appena varco il confine.
O Cebreiro è un piccolo villaggio in cima al monte. Punto cruciale per poi iniziare l’ultima grande discesa. Ancora resistono alcune case di pietra e giunchi secchi, la chiesina; tutto intorno boschi e pendii che portano verso valle.
Ancora una volta si scatena la lotta per il letto. Un centinaio di pellegrini trovano rifugio nell’albergue, una cinquantina nelle piccole pensioni del paese, ma tutti gli altri restano fuori. Letteralmente. Nonostante i 1300 metri di altitudine non ci sono posti al coperto. C’è chi decide di passare la notte nel piccolo ingresso della chiesa, sperando così di ripararsi dal freddo umido della notte montana, chi si accampa per strada, chi nel giardino dietro alla chiesa. Sarà una notte lunga e difficile.
O Cebreiro è un piccolo villaggio in cima al monte. Punto cruciale per poi iniziare l’ultima grande discesa. Ancora resistono alcune case di pietra e giunchi secchi, la chiesina; tutto intorno boschi e pendii che portano verso valle.
Ancora una volta si scatena la lotta per il letto. Un centinaio di pellegrini trovano rifugio nell’albergue, una cinquantina nelle piccole pensioni del paese, ma tutti gli altri restano fuori. Letteralmente. Nonostante i 1300 metri di altitudine non ci sono posti al coperto. C’è chi decide di passare la notte nel piccolo ingresso della chiesa, sperando così di ripararsi dal freddo umido della notte montana, chi si accampa per strada, chi nel giardino dietro alla chiesa. Sarà una notte lunga e difficile.
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