lunedì 27 agosto 2012

due in uno




E continuare, ogni giorno, ad averne nuove prove, nuovi esempi da catalogare, nuove conferme.
Vite che si scelgono per prassi, per comodità, per pragmaticità. Come si comprerebbe un ombrello in un giorno di pioggia. Perchè da soli non ce la fanno, zoppi esistenziali, che continuano a passare costantemente da una persona all'altra, pur di non sentire, vorace, il vortice della solitudine, dell'individualità, della sproporzione col mondo. Si danno regole, norme, leggi di convivenza, come se l'affetto fosse un patto sociale, la famiglia un nucleo burocratico, la notte una parentesi. Si scelgono per mancanza di fantasia, allineandosi a ciò che hanno ereditato da millenni di storia, semplicemente perchè non hanno abbastanza immaginazione per inventarsi qualcosa di meglio che spegnersi reciprocamente. Scelte per paura di un orologio che corre, che ci porta via gli anni, e allora certe cose van fatte, certi traguardi tagliati, che poi l'importante è tagliarli, non importa come o con chi. Perchè sono quelle medaglie che sempre si portano a giustificazione di un'esistenza indegna, quasi fossero sufficienti, per il solo esserci, a giustificare una cattiva vita. Una delle tre medaglie che sanciscono, ancora agli occhi di molti, la differenza tra una vita fallimentare ed una vita compiuta. Scelte perchè si deve, perchè ci tocca, perchè così si fa. Scelte per ridurre al minimo le delusioni, riducendo al minimo le ambizioni a provarci. Concentrando il mondo in una stanza, trasformando i dettagli nel tutto, assumendo per oggettiva la soggettività di una convinzione, immolando le peculiarità del proprio io sull'altare di un noi schizofrenico.

Fu in quella- precisamente in quella [faccia]- che lo sguardo di Hector Horeau si incagliò, e più in generale tutta la sua vita si incagliò, e più in generale ancora il suo destino si incagliò. Non era poi una faccia bellissima, come lo stesso Hector Horeau non ebbe mai difficoltà ad ammettere negli anni seguenti. Ma ci sono navi che si sono incagliate nei posti più assurdi. Una vita si può ben incagliare in una faccia qualunque. 
[...] Non lo sapevano, ma stavano, simultaneamente, entrando in otto anni di tragedie, strazianti felicità, ripicche crudeli, pazienti vendette, silenti disperazioni. Insomma, stavano per fidanzarsi.
A. Baricco - Castelli di rabbia

E poi, finalmente, qualche buon esempio. Qualcuno sano, la cui vita a due dà maggior senso alla sua vita da solo. E allora, con un sospiro, posso ancora sperare.

2 commenti:

Serena Trabalza ha detto...

Mi piace.
Ci ho solo messo quasi 24 ore per leggerlo, ma alla fine ci sono arrivata. E come sempre per dirti: "concordo".

Anonimo ha detto...

Sì, efficace e veritiero, purtroppo.
La chiusa dà speranza