E continuare,
ogni giorno, ad averne nuove prove, nuovi esempi da catalogare, nuove conferme.
Vite che si
scelgono per prassi, per comodità, per pragmaticità. Come si comprerebbe un
ombrello in un giorno di pioggia. Perchè da soli non ce la fanno, zoppi
esistenziali, che continuano a passare costantemente da una persona all'altra,
pur di non sentire, vorace, il vortice della solitudine, dell'individualità,
della sproporzione col mondo. Si danno regole, norme, leggi di convivenza, come
se l'affetto fosse un patto sociale, la famiglia un nucleo burocratico, la
notte una parentesi. Si scelgono per mancanza di fantasia, allineandosi a ciò
che hanno ereditato da millenni di storia, semplicemente perchè non hanno
abbastanza immaginazione per inventarsi qualcosa di meglio che spegnersi
reciprocamente. Scelte per paura di un orologio che corre, che ci porta via gli
anni, e allora certe cose van fatte, certi traguardi tagliati, che poi
l'importante è tagliarli, non importa come o con chi. Perchè sono quelle
medaglie che sempre si portano a giustificazione di un'esistenza indegna, quasi
fossero sufficienti, per il solo esserci, a giustificare una cattiva vita. Una delle
tre medaglie che sanciscono, ancora agli occhi di molti, la differenza tra una
vita fallimentare ed una vita compiuta. Scelte perchè si deve, perchè ci tocca,
perchè così si fa. Scelte per ridurre al minimo le delusioni, riducendo al
minimo le ambizioni a provarci. Concentrando il mondo in una stanza, trasformando
i dettagli nel tutto, assumendo per oggettiva la soggettività di una
convinzione, immolando le peculiarità del proprio io sull'altare di un noi
schizofrenico.
Fu in
quella- precisamente in quella [faccia]- che lo sguardo di Hector Horeau si
incagliò, e più in generale tutta la sua vita si incagliò, e più in generale
ancora il suo destino si incagliò. Non era poi una faccia bellissima, come lo
stesso Hector Horeau non ebbe mai difficoltà ad ammettere negli anni seguenti. Ma
ci sono navi che si sono incagliate nei posti più assurdi. Una vita si può ben
incagliare in una faccia qualunque.
[...] Non lo sapevano, ma stavano, simultaneamente, entrando in otto anni di tragedie, strazianti felicità, ripicche crudeli, pazienti vendette, silenti disperazioni. Insomma, stavano per fidanzarsi.
[...] Non lo sapevano, ma stavano, simultaneamente, entrando in otto anni di tragedie, strazianti felicità, ripicche crudeli, pazienti vendette, silenti disperazioni. Insomma, stavano per fidanzarsi.
A. Baricco -
Castelli di rabbia
E poi,
finalmente, qualche buon esempio. Qualcuno sano, la cui vita a due dà maggior
senso alla sua vita da solo. E allora, con un sospiro, posso ancora sperare.
2 commenti:
Mi piace.
Ci ho solo messo quasi 24 ore per leggerlo, ma alla fine ci sono arrivata. E come sempre per dirti: "concordo".
Sì, efficace e veritiero, purtroppo.
La chiusa dà speranza
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