domenica 26 agosto 2012

l'estate - day 3




White House suonava bene come nome. E pure la posizione non sembrava male, affacciata sul fiume poco prima che diventi oceano, sull'abitato poco prima che diventi centro. Una piccola casetta bianca a due piani, tre finestre per piano, un ritaglio di prato davanti, un piccolo albero a farle ombra. Sotto una pioggerellina leggera ci avviciniamo per entrare quando vediamo un foglio appeso alla porta che recita "suonare alla casa dietro a questa".

La sala da pranzo è una stanza dalla moquette logora, un divano ed una poltrona sdruciti, le pareti di un crema slavato ed un vecchio caminetto malandato, retaggio di tempi migliori. La finestrella, dietro alle pesanti tende, guarda il piccolo giardino battuto dalla pioggia. A quanto pare al momento siamo soli nella casa e finalmente possiamo riposare un po', mangiare una zuppa di verdure fumante, bere le nostre Guinness in lattina. E poi fare due passi nel centro di Sligo, una volta attraversato il ponte.

Mi sto finendo di vestire alla poca luce del mattino che entra dalla finestra, gli occhi ancora appannati dal sonno. Il ragazzo pakistano che dormiva nella nostra stessa stanza sta finendo di vestirsi, camicia bianca e giacca grigia. Gli domando se sa di qualcosa di interessante da vedere in città. Mi risponde che è qui per lavoro solo da una settimana e che non ha avuto modo di visitarla. Gli domando allora se il tempo è sempre così d'estate, o se siamo stati sfortunati noi. Lui chiude la zip della sua giacca a vento, mi guarda e mi dice: "Non esiste, l'estate, in Irlanda". Apre la porta e se ne esce per andare incontro alla pioggia di un qualsiasi martedì d'agosto. 

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