mercoledì 29 agosto 2012

mayo - day 4




Chilometri. Uno dopo l'altro. Uno di seguito all'altro, per minuti, ore, giorni. Chilometri lungo una striscia d'asfalto che corre adagiata sul corpo di questa terra, di questa Madre Terra, così prospera e rigogliosa, così accogliente e benevola. Centinaia di chilometri percorsi su di un nastro grigio, una pellicola di fotogrammi d'asfalto, la corsa di due linee bianche, tratteggiate, come le linee lungo cui tagliare, lungo cui incidere l'artificiale per lasciar spazio alla natura. La sventagliata di due colpi di inchiostro che corrono, candidi,  verso l'orizzonte, scomparendo dietro curve, dossi, colline. E in mezzo, sulla mezzeria, tante piccole lucine, fari in miniatura sulla rotta verso l'indomito e l'infinito. Lucciole al led, sirene per le notti di nebbia, e per i fumi dell'alcol, forse. E tutto intorno la pelle, una pelle soffice e verde, morbida e precisa, come un mantello che si posi su queste membra, su questo corpo così florido e tenace, tonico nelle sue forme ed essenziale, mai violento. Sul corpo, vivo e possente, della Madre Terra, dell'ancestrale forza generatrice.

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