martedì 3 settembre 2013

di paese



Si agita, euforico. Salta e volteggia come fosse in preda a qualche strano spirito -oltre a quello alcolico, si intende. Solleva ritmicamente il cappello da cowboy  rivelando una calvizie avanzata che a nessuno interessa. I vestiti (la giacca color panna, il panciotto, la camicia chiara) stentano a contenerne l'entusiasmo e ci trascinano nelle feste di paese di tanti anni fa, le feste che conosciamo solo dai racconti altrui e da qualche foto seppiata. La banda, uscita direttamente dalle sagre di un'Italia ormai scomparsa, fa cerchio intorno a lui raccogliendone l'allegria e trasformandola in melodie.
Attorno una folla festante di tutte le età si accalca in ogni dove. Gradini, lampioni, balaustre, terrazzi, tetti, mura. Il borgo di Ceglie Messapica viene assaltato per una notte dall'orgoglio di essere paese e di sapere ancora gioire dei piccoli piaceri. E a ricordarlo è un Vinicio particolarmente sbronzo inquadrato da una cupola di stelle.

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