domenica 22 settembre 2013

katolička porta - giorno 2



Katolička Porta è la piazza sul lato della cattedrale di Novi Sad. Questa sera (e, come scopriremo poi, ogni sera) è gremita di ragazzi di tutte le età, ognuno con il suo personale botellòn. Cerchiamo di evitare di finire come a Zagabria (a guardarci negli occhi al tavolino di un bar) e decidiamo di unirci alla calca festante. Prendiamo qualche birra e ci appostiamo vicino alla fontana. Dopo pochi minuti un ragazzo viene a chiederci un cavatappi ed il gioco è fatto: in breve conosciamo Milan e la sua simpatica combriccola. Milan è un ragazzo originario di un paesino poco fuori città e si è trasferito qui per studiare. Dice che la città è molto interessante ed ha una gran vita, grazie al fervore studentesco, e la piazza sembra dargli ragione. Sostanzialmente il centro storico è costituito da due arterie principali: un boulevard pedonale dove ogni locale è un bar che si espande sulla strada con tavolini e divanetti, ed una strada stretta dove si concentrano i pub ed i clubs della città. Ci facciamo qualche giro di birra insieme e poi bissiamo con quello che stanno bevendo loro, un mix senza nome fatto di vino bianco e schweppes al limone.
Aleksandra, una ragazzona bionda molto appariscente, ci racconta di come lavori per l'ufficio Erasmus tentando di incrementare le possibilità per i serbi di andare all'estero. Una grande opportunità per i ragazzi di qui per poter studiare fuori dal Paese, ma purtroppo le borse sono poche. Li invitiamo a venire a trovarci a Bologna, visto che nessuno di loro vincerà una borsa Erasmus. Milan ci guarda e dice che il problema è che in Serbia non ci sono soldi, che c'è tantissima povertà. Loro sono già fortunati a poter studiare in città, ma non possono fare vacanze, lavorano per stare lì, e di andare all'estero, purtroppo, non se ne parla. Auguriamo loro, goffamente, che aprano delle connessioni low-cost con l'Italia, per poterli ospitare in un futuro.
Poco prima di mezzanotte riveliamo che è il mio compleanno e quindi, tutti insieme, scoliamo i bicchieri e ci trasferiamo in uno dei clubs vicini. Varchiamo la porta e ci infiliamo dietro ai nostri nuovi amici nella calca del locale. Una musica hip-hop sparata a tutto volume fa muovere i corpi come nei videoclip e le ragazze non perdono occasione per mostrare come hanno imparato a scuotere i loro averi. Io e te ci guardiamo, silenziosamente basiti. La notte procede al ritmo di gin tonic e birre, passando da un locale all'altro, attraversando sale dove la musica a noi pare decente ma non ad Aleksandra, che guida i giochi. Quando tutti i locali chiudono Milan, tutto emozionato, ci trascina nel posto che fa la "miglior pizza della città". È un banco che serve le pizze direttamente in strada, e non è niente male. Qui finalmente riusciamo a parlare un po' con Bojana e Danijela che, ormai prede dell'alcol, tentano di esprimersi in un fantasioso inglese. Tutta gente molto simpatica, piena di vita e di quella semplicità che contraddistingue aree dove la ricchezza ancora non ha corrotto la genuinità.
Quando ormai ogni speranza di trovare qualcosa aperto svanisce, salutiamo i nostri momentanei compagni di viaggio e ci ripromettiamo di vederci in Italia. E un hvala di cuore raggiunge ognuno di loro.

Nessun commento: