Alziamo gli
occhi, passeggiando per il centro di Lubiana - asburgico oltre ogni nostra
previsione, tetti spioventi a costeggiare il corso, strade ordinate ed intonaci
come nuovi - locali ispirati all'Italia, al Messico, gallerie d'arte seminate
lungo la salita che porta al castello, sù, in cima alla collina - giardini e
parchi a trapuntare la trama cittadina, stretta tra la collina della fortezza e
lo sterminato parco Tivoli - un fiume che scorre placido tra le sponde murate e
le balaustre pompose, influenzato anch'esso dal rigore dell'antico Impero - l'impressione
che tutto sia fin troppo preciso e ordinato, la sensazione di stare dentro una
di quelle sfere di cristallo in cui città in miniatura sono racchiuse,
splendide e senza macchia, folcloristiche fino all'eccesso, in attesa che
qualcuno le scuota e che, finalmente, nevichi.
Alziamo gli
occhi, passeggiando per il centro, e gioiamo per il grappolo di scarpe appese
ai cavi della luce. Proprio quello che desideravamo. Un abbozzo di neve ad
agosto.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento