"Non
importa farlo alla perfezione. Questo è uno di quei problemi che ci portiamo
addosso noi occidentali, l'idea che si debba raggiungere il massimo, la
perfezione a tutti i costi."
Ci guarda,
seduta sul pouf verde tutto ricamato, i suoi occhi appoggiati sui nostri. Alla sua
sinistra un Buddha di pietra gorgoglia rivoli d'acqua in segno d'assenso. I dipinti
a parete ci mostrano i loro lineamenti indiani per tentare di convincerci.
"Lo yoga dà i suoi effetti su chiunque, tanto
su chi inizia per la prima volta, come voi, come su chi è già esperto. Ed
ognuno riceve il massimo beneficio nel praticare con concentrazione ed impegno,
e non in base a quanto è avanzato il proprio stato."
Le mani in
grembo, vestita completamente in lino bianco, uno scialle turchese legato in
vita, il terzo occhio disegnato con cura.
Mi sento
confortato da questa visione. Scompaiono i paragoni, i confronti, i tentativi
di essere di più di quel che si è. Rimane il presente, ontologicamente l'unica
realtà che importa. Ed il mondo diventa improvvisamente un luogo accogliente, dove anche la pioggia riscalda.
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