- Solo per
una notte, sì.
Sandra sfoggia
il suo sorriso e ci precede. Magra e dinoccolata, sguscia al di fuori della
porta, attraversa il ballatoio e ci mostra la nostra stanza. La doccia dietro
un paravento, il water sul ballatoio.
Affrontiamo la
nostra cena frugale a base di tupperware e chiacchieriamo un po' con i ragazzi
di passaggio per la sala. Chi va a Belgrado, chi viene di lì, chi è in viaggio
per l'Europa da tempo. Riposano le loro membra per qualche minuto, chiamando
temporaneamente casa questo divano. Tutti stranieri, tutti nomadi, tutti
momentaneamente immigranti.
Ulica Ivana
Tkalčića è piena di vita. Due file di basse case tradizionali, di chiaro stampo
montano, si fronteggiano lungo una via che serpeggia verso l'alto. Ogni piano
terra è un bar, un pub, un ristorante. Ognuno con la sua terrazza a colonizzare
e rendere fertile la strada, il suo gruppo musicale a trattenere i turisti. Ci sediamo
mentre il fresco della notte comincia ad entrarci dentro, assaporiamo le nostre
bollicine e ci godiamo alcune ottime cover dal vivo.
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