domenica 14 ottobre 2012

burren - day 8



Attraversa l'Oceano, sul fondale, e risale poi la costa creando questa landa che ci circonda. È il Burren (Grande Roccia), l'immenso tavolato calcareo unico al mondo che occupa buona parte del Claire. Quello che sulle Isole Aran era una prova generale interrotta bruscamente dalle acque, qui diviene un paesaggio esteso oltre duecento chilometri quadrati. Le colline che si alzano dal profilo della costa sono composte da una superficie calcarea fessurata dall'acqua in cretti organici all'interno dei quali si trova spesso una rigogliosa fauna. Non è raro incontrarsi perfino piante di origine mediterranea o alpina. Ovviamente una stranezza naturale del genere non è una scoperta recente. Nell'area si trovano diversi siti risalenti alle civiltà del neolitico, come il Dolmen di Poulnabrone, costituito da due sottili lastre di pietra che ne sostengono una, posta in orizzontale, lunga quasi quattro metri. Qui, all'incirca tremila anni prima di Cristo, vennero sepolti una ventina tra adulti e bambini.
È impossibile non immaginarsi lo stupore che un luogo del genere doveva suscitare su popolazioni tanto primitive. Popolazioni per le quali l'esistenza era ancora una lotta per sopravvivere alla natura. E pensare che questi uomini abbiano dedicato le loro energie alla costruzione di un luogo sacro di tale eleganza primordiale, qualunque fosse la divinità che sentivano di doversi ingraziare, è grandioso. Civiltà che ancora utilizzavano asce di pietra levigata, come furono rinvenute trai sepolti, trovarono il modo di erigere una costruzione che desta stupore tutt'ora. Un proto-spazio, un tempio alla sacralità che il luogo stesso suscita. Come non pensare che qui, su queste colline calcaree leopardate di verde, vivesse un qualche essere superiore? Come non immaginare che immensi fogli di pietra sospesi da terra fossero il segno indiscutibile della potenza della natura che permetteva all'uomo un tale prodigio?


Nessun commento: