Attraversa l'Oceano,
sul fondale, e risale poi la costa creando questa landa che ci circonda. È il
Burren (Grande Roccia), l'immenso tavolato calcareo unico al mondo che occupa
buona parte del Claire. Quello che sulle Isole Aran era una prova generale interrotta
bruscamente dalle acque, qui diviene un paesaggio esteso oltre duecento
chilometri quadrati. Le colline che si alzano dal profilo della costa sono
composte da una superficie calcarea fessurata dall'acqua in cretti organici
all'interno dei quali si trova spesso una rigogliosa fauna. Non è raro
incontrarsi perfino piante di origine mediterranea o alpina. Ovviamente una
stranezza naturale del genere non è una scoperta recente. Nell'area si trovano
diversi siti risalenti alle civiltà del neolitico, come il Dolmen di
Poulnabrone, costituito da due sottili lastre di pietra che ne sostengono una,
posta in orizzontale, lunga quasi quattro metri. Qui, all'incirca tremila anni
prima di Cristo, vennero sepolti una ventina tra adulti e bambini.
È impossibile
non immaginarsi lo stupore che un luogo del genere doveva suscitare su
popolazioni tanto primitive. Popolazioni per le quali l'esistenza era ancora
una lotta per sopravvivere alla natura. E pensare che questi uomini abbiano
dedicato le loro energie alla costruzione di un luogo sacro di tale eleganza primordiale, qualunque fosse la
divinità che sentivano di doversi ingraziare, è grandioso. Civiltà
che ancora utilizzavano asce di pietra levigata, come furono rinvenute trai
sepolti, trovarono il modo di erigere una costruzione che desta stupore
tutt'ora. Un proto-spazio, un tempio alla sacralità che il luogo stesso
suscita. Come non pensare che qui, su queste colline calcaree leopardate di
verde, vivesse un qualche essere superiore? Come non immaginare che immensi
fogli di pietra sospesi da terra fossero il segno indiscutibile della potenza
della natura che permetteva all'uomo un tale prodigio?
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