sabato 27 ottobre 2012

le prime nebbie



E mentre torno a casa in bicicletta, gli occhiali pieni della nebbia ottobrina della Pianura Padana, gli occhi carichi di acqua e stanchezza, vi rivedo tutti. I nomi confusi, gli uni sovrapposti agli altri. Gli israeliani che erano più di noi, le ragazze che avevano preparato un mare di cibo, buonissimo, tutto fatto a mano. I ragazzi di una gran simpatia, allegri, che trincavano come nessuno. C'era chi stava per finire medicina e chi stava iniziando. E poi c'era lui, di cui non ricordo il nome. Originario di Gerusalemme ("la città più bella del mondo", dice, e posso crederci), di madre francese, trasferitosi a Bologna a diciannove anni per studiare. Mi parla di Fantozzi, di Sordi. Scherza imitando il dialetto veneto, il napoletano, l'abruzzese. È incredibile. Tutto ciò ha dell'incredibile.

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