sabato 6 ottobre 2012

educazione moderna



È sabato mattina ed il cervello è ancora vuoto. Sull'autobus ritrovo la solita umanità di terza classe, quella per cui la scelta dei mezzi pubblici non ha nulla a che vedere con la sensibilità ecologica ma con una necessità economica. Ragazze cinesi in tiro dalle nove di mattina, una signora russa infagottata nel suo maglione blu elettrico anni '80, pakistani, bengalesi con il loro carico di buste, ucraini in jeans e maglietta. E poi, ovviamente, gli anziani.
Mentre sono lì, con ronzìo del cervello in accensione, sale il tipico anziano che ha voglia di parlare. Appena imboccate le porte si avvicina all'autista ed esordisce (continuando un suo immaginario dialogo) con: “Nessuno paga il biglietto all'Atc, ma poi tutti si lamentano”, buttando lì un barlume di lucidità inaspettata. Si siede e comincia a rivolgersi un po' a tutti, indistintamente, guardando in direzione della gente seduta sull'altro lato. “Io prima andavo in bicicletta ma poi mi hanno messo una protesi, ci hanno messo un anno a darmi i soldi perchè sono vecchio. Ci andavo dappertutto, ma ora mia figlia mi ha fatto l'abbonamento mi ha dato un telefonino, perchè dice che sai quando esci ma non sai quando torni, con tutta sta gente che corre, che beve, tutti di fretta, dove andranno poi.Quando ero giovane io si andava con le macchine a pedali e c'erano molti meno incidenti, guardi se questo dev'essere il progresso. E per fortuna che ho trovato posto a sedere, l'altra volta c'era un ragazzo proprio lì, mi ha guardato e non si è mosso, io non gli ho detto niente, sa, era di quelli con l'anello al naso, come le mucche di mia sorella, e non si sa mai, meglio non dare da dire, mi dica lei se questa è educazione, guardi, io ho solo la quinta elementare ma certe cose le ho sempre rispettate e ora invece questa è l'educazione moderna...” e continuando a parlare inforca nuovamente le porte e scende.

Nessun commento: