Poi il
ritorno sono chilometri di strada. Un nastro che corre in mezzo al Paese, da
ovest a est, prendendo la via più veloce per la capitale. Una sosta in una
piazzola attrezzata nel mezzo del nulla, circondata dal bosco. La pioggia e il
sole. Distese di campi e animali a brucare, contee bucate senza conoscerne
neppure il nome.
La notte è
Dublino, nuovamente. Torniamo a bazzicare per Temple Bar e i suoi locali
affollati. Ci rifugiamo in un posticcino appartato, una stanza con qualche
tavolo, in stile francese. Mangiamo in silenzio, sfiniti.
Poi l'aeroporto.
La manciata di ore dormite sui sedili della macchina e poi via, verso casa.
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